Assicurazioni contro le catastrofi, Salvini: "No a una nuova tassa"

Il ministro delle infrastrutture avverte: "Non viviamo in uno Stato etico, dove lo Stato impone, vieta o obbliga di fare"

Assicurazioni contro le catastrofi, Salvini: "No a una nuova tassa"
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"Lo Stato può dare delle indicazioni, questo vale anche per l'assicurazione, può dare un consiglio, ma non viviamo in uno Stato etico, dove lo Stato impone, vieta o obbliga di fare". Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, durante un evento di Confedilizia, si inserisce così sull'ipotesi di rendere obbligatorie l'assicurazione sulle case contro i danni causati dal maltempo.

Era stato il ministro della Protezione civile Nello Musumeci, dopo la terza alluvione che ha colpita l'Emilia-Romagna nel giro di 16 mesi, a proprorre ieri "l'obbligo per le famiglie di sottoscrivere una polizza assicurativa sulla casa contro le catastrofi naturali" verso il quale il governo Meloni intende avviarsi "gradualmente". Oggi, poi, Musumeci ha parzialmente rettificato spiegando di aver parlato di "volontarietà", mentre il governo ha dovuto convincere tre senatori di Fratelli d'Italia a ritirare un emendamento con cui si chiedeva il rinvio di un anno e mezzo per le polizze obbligatorie per le imprese. Fonti del ministero delle Imprese e del Made in Italy hanno poi precisato che, così come hanno concordato il ministro Adolfo Urso e il ministro del Mef Giancarlo Giorgetti, non ci sarà nessun rinvio per la norma che prevede l'assicurazione obbligatoria delle imprese contro gli eventi catastrofali. Per la Lega è intervenuto il deputato Stefano Candiani secondo cui "lo Stato deve incentivare un'assicurazione per cittadini e imprese con detrazioni fiscali o agevolazioni o altro, altrimenti se diventa un'assicurazione e basta si configura come una tassa a favore delle compagnie assicuratrici e non è certo una proposta condivisibile e accettabile". Secondo Candiani è necessario che lo Stato continui a investire per mettere in sicurezza il territorio.

Stamane, erano bastati dieci minuti al Consiglio dei ministri per proclamare lo stato d'emergenza per le aree colpite dall'alluvione in Emilia Romagna e Marche, a partire dal 17 settembre. "Il provvedimento riguarda le province di Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini e la Regione Marche.

Lo stato d'emergenza durerà dodici mesi", aveva spiegato il ministro Musumeci, mentre il governo stabiliva di stanziare 20 milioni di euro che serviranno "a fare fronte ai primi interventi urgenti, il soccorso e l'assistenza alla popolazione e il ripristino della funzionalità dei servizi e delle infrastrutture".

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