Le associazioni antiusura del Lazio si alleano contro il racket

Ma i paladini dei cittadini protestano: «Sono anni che non riceviamo i rimborsi dovuti per legge e i politici si ricordano di noi solo in campagna elettorale»

Guerra all'usura. Oggi le principali associazioni anti-racket del Lazio si sono unite nel Cors, Comitato organizzativo Rete di sostegno antiusura della regione Lazio, a cui hanno aderito tra gli altri Sos Impresa, Codici, Sportello anti-usura Roma, Adiconsum, Forum Associazioni, Gafiart, Cofile, Associazione Protestati d'Italia e Airp.
«Ci troviamo di fronte un'emergenza - ha spiegato il presidente di Sos Impresa Lino Busà - e per questo sigle molto diverse tra loro e con storie differenti hanno deciso di sedersi allo stesso tavolo. L'usura è un problema drammatico che riguarda la comunità ed è il canale principale dell'infiltrazione criminale nella società. Per questo vogliamo lanciare un appello alla politica e ai partiti affinché il rapporto con le istituzioni sia diverso. Vogliamo essere coinvolti di più nelle strategie di lotta all'usura offrendo le nostre esperienze maturate».
Il Codici chiede maggiore impegno alla politica affinché i candidati non usino questo tema solo come spot in campagna elettorale ma siano pronti a cooperare con le associazioni che da anni si occupano del problema concretamente.
«Vorremmo incontrare a breve i candidati a presidente della Regione Lazio - ha detto Antonio Mattia del Cofile - in modo da farci capire cosa pensano dell'usura e cosa hanno intenzione di fare. E questo vorremmo farlo prima del 24 febbraio. Chiediamo inoltre al futuro presidente della Regione che riconosca il nostro lavoro e ci dia dignità, accogliendo la nostra richiesta garbata ma decisa di essere rimborsati».
Già, infatti le associazioni non ricevono rimborsi dal 2009, c'è una legge che negli ultimi tre anni è stata inapplicaata e il rischio di smantellamento a causa di casse sempre più vuote è dietro l'angolo.
«Noi non riceviamo sussidi a fondo perduto - ha spiegato Lino Busà, presidente di Sos impresa - e non li chiediamo neanche. Ma i rimborsi sì. Stiamo ancora aspettando quelli del 2009 e del 2010. Nel 2011 è stato fatto un bando di cui non sappiamo gli esiti mentre l'anno scorso neanche quello è stato pubblicato. E intanto il fenomeno dell'usura cresce sotto la spinta della crisi economica.
Secondo queste associazioni l'accumularsi dei ritardi nelle erogazioni provocando ingenti danni. «Tali ritardi - hanno precisato - si riferiscono ai fondi del 2009 destinati alla sicurezza del territorio per un'azione di contrasto all'usura, che nel 2011 sono andati in perenzione per incuria degli uffici amministrativi. Nel 2010 le associazioni sono state rimborsate solo del 50 per cento delle spese documentate.

Per il 2012 la situazione è ancora più grave in quanto non è stato emanato neanche il bando previsto dalla legge».
«Non è stata applicata la legge - ha aggiunto Paolo Cappelletti dell'associazione Protestati d'Italia - e le risorse sono state spese per finanziare campagne pubblicitarie del governo regionale del tutto incerte».

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