"Atreju, a tro...? Non è lucido". Meloni distrugge 'l'intellettuale' di Repubblica

Filippo Ceccarelli aveva storpiato il nome della kermesse di FdI, alla faccia della lotta al sessismo. E Meloni risponde a tono: "Dicevano che mi avrebbero fatto uscire di testa. E invece..."

"Atreju, a tro...? Non è lucido". Meloni distrugge 'l'intellettuale' di Repubblica
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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Quarta Repubblica risponde a tono alle sparate su La7 di Filippo Ceccarelli, editorialista di Repubblica. "Circa un anno e mezzo fa, all'inizio del mio governo, mi raccontarono che c'erano degli esponenti dell'intellighenzia della sinistra che andavano in giro nelle cene, in questi salotti romani, a dire: 'alla Meloni la facciamo uscire di testà - ha spiegato la premier a Nicola Porro -. Direi che dopo due anni è andata un po' diversamente, perché un presunto intellettuale che si riduce così non è più lucido. Io credo di essere ancora abbastanza lucida".

L'episodio in questione riguarda una battuta di Ceccarelli intervenuto in una puntata di Propaganda Live, nell'ambito della quale ha intenzionalmente storpiato il nome della manifestazione politica giovanile di destra "Atreju" in "A troia", suscitando sconcerto nel conduttore, diverse risatine in studio (alla faccia della solidarietà femminile) e provocando un'immediata polemica. Il partito di Meloni, Fratelli d'Italia, aveva prontamente pubblicato un video della scena, lanciando una critica verso il doppio standard della sinistra in merito all'uso degli insulti sessisti.

L'accusa principale rivolta agli esponenti di sinistra è quella di non mostrare la solita verve nel condannare le uscite sessiste, quando queste provengono dai propri ranghi. Tommaso Foti, ex capogruppo di FdI alla Camera e ora neo ministro, aveva definito la battuta "becera". Una posizione confermata anche da Elisabetta Gardini - vicecapogruppo di Fratelli d'Italia a Montecitorio -, secondo cui la galassia rossa avrebbe dimostrato di avere un femminismo a intermittenza.

A chiudere la questione, comunque, ha provveduto lunedì sera la Meloni, ormai abituata a sentirsi dire di tutto. "Esiste un doppio standard - ha detto a Nicola Porro - Chiunque non sia di Repubblica o di quell'ambiente radical chic dei salotti verrebbe linciato. Io francamente, diciamo, un epiteto del genere non penso che dovrebbe utilizzarlo nessuno. Dopodiché, Atrju è pure un maschio. Per cui, a chi è rivolto l'epiteto? È rivolto alla sottoscritta, è rivolto alle donne di Fratelli d'Italia, è rivolto a tutte le donne in generale?. Cioè, che battuta è? Che battuta è?".

Poi l'affondo contro le giornaliste di Repubblica sono rimaste mute sulle pessime frasi del loro collega: "Addirittura lì qualche femminista ride. Ride felice, che bello! E vabbè, ce lo ricorderemo quando ci verranno a fare le lezioni".

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