"Autocrate, ipocrita, segnalerò le tue minacce". La furia di Grillo contro l'ultima mossa di Conte

Altro capitolo della soap-opera tutta interna ai Cinque Stelle: dopo l'avviso di Giuseppi che stava pensando di sospendere il suo contratto di consulenza da 300mila euro, il comico genovese va al pesantissimo contrattacco

"Autocrate, ipocrita, segnalerò le tue minacce". La furia di Grillo contro l'ultima mossa di Conte
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Alle esplicite minacce di Giuseppe Conte di annullargli il contratto, ecco che Beppe Grillo gli risponde pan per focaccia promettendo di portare in discussione davanti ai "garanti" le recenti mosse dell'ex presidente del Consiglio. Il fondatore del Movimento 5 Stelle, in una lunga lettera pubblicata integralmente da Il Foglio, sostiene di avere sempre "inteso tutelare i valori democratici su cui il movimento è stato fondato"; quindi respinge le accuse di "atteggiamenti contrari ai valori democratici del movimento" perché semmai questi sarebbero da trovare "nelle manovre striscianti con cui si sta tentando di demolirne i presidi, invocando ipocritamente un presunto processo democratico, che, come sai bene (ma fingi di non sapere) non può prescinderne".

Il "contro-j'accuse" grillino prosegue ricordando che secondo lui il limite del doppio mandato nasce dalla volontà di prevenire i rischi dei partiti "a sclerotizzarsi e alienarsi dai cittadini". Il comico genovese parla poi di un "ribaltamento della realtà" a proposito dell'opinione di Conte secondo cui l'insindacabilità di certe regole sia incompatibile con i valori democratici del movimento. Un ribaltamento che rivela, viceversa, "le reali intenzioni di chi invece vorrebbe metterle in discussione", mette nero su bianco Grillo. "Sicché, accusarmi di una visione padronale del movimento non è altro che lo specchio delle intenzioni di altri. Al contrario, ribadire l'importanza di certe regole equivale a difenderne i suoi valori democratici". E questo verrebbe motivato dal fatto che "nessun altro fondatore di una forza politica ha mai avuto il coraggio, l'altruismo e la fantasia di non porsi al suo vertice, ma solo di ritagliarsi un ruolo di garanzia, come abbiamo fatto Gianroberto e io".

Augurandosi che nessuno voglia mettere in scena uno "spettacolo nauseante" - come invece quello che sembrerebbe andare attualmente in onda dentro il M5s in attesa dell'assemblea costituente di ottobre - il fatto che Conte vorrebbe impedire di "tornare ai veri valori democratici del movimento" attraverso il "metodo di legittimazione popolare tipico delle autocrazie non è certo un buon segno, ma quale che sia il suo risultato non potrà certo tradire i tratti distintivi e i valori del movimento, a prescindere dalla titolarità del nome e del simbolo, che peraltro è già stata accertata giudizialmente".

La conclusione è - come sempre - molto pesante: la minaccia di Giuseppi di sospendere gli impegni assunti dal movimento nei confronti di Grillo è "indegnamente strumentale e indebita, essendo essi strettamente legati alle funzioni che ho svolto e continuo svolgere per il movimento", sottolineando come il suo compenso di 300mila euro sarebbe "congruo" non solo per la sua funzione e i relativi costi, ma "a maggior ragione nel momento in cui è in corso un tentativo di stravolgere l'identità e i valori del movimento".

Ecco perché Grillo ora si riserva di valutare il da farsi, "eventualmente anche sottoponendo le tue minacce agli organi competenti del movimento". L'autunno caldo, a colpi di di carte bollate e battaglie legali, è tutto di marca pentastellata.

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