Sono quattordici i capoluoghi di provincia che andranno ai ballottaggi di domenica 23 (dalle ore 7 alle 23) e lunedì 24 giugno (dalle 7 alle 15) per decretare i futuri rispettivi sindaci. In rigoroso ordine alfabetico, si tratta di: Avellino, Bari, Caltanissetta, Campobasso, Cremona, Firenze, Lecce, Perugia, Potenza, Rovigo, Urbino, Verbania, Vercelli, Vibo Valentia. Scontro tradizionale centrosinistra vs. centrodestra in 10 su 14 (Pd fuori dai giochi a Rovigo e Caltanissetta, cdx out ad Avellino e Verbania). Nelle altri quindici grandi città al primo turno era finito 10 a 5 a favore dei primi e tra pochi giorni vedremo se, complessivamente, il risultato sarà più equilibrato oppure se addirittura avverrà un clamoroso sorpasso (non solo simbolico) da parte dell'attuale maggioranza di governo nazionale.
Ai ballottaggi anche sei piccoli paesini
In questa trentina scarsa di comuni si erano presentati undici primi cittadini uscenti: sei sono stati subito riconfermati: Fioravanti ad Ascoli Piceno, Lattuca a Cesena, Fabbri a Ferrara, Zattini a Forlì, Salvetti a Livorno e Masci a Pescara. Andrea Corsaro e Roberto Gambino non ce l'hanno fatta a ottenere un altro mandato rispettivamente a Vercelli e Caltanissetta, mentre altri quattro sono ancora in corsa per il ballottaggio: Salvemini a Lecce, Gaffeo a Rovigo e Gambini a Urbino. Tuttavia, in totale, domenica e lunedì prossimi saranno ben 107 i comuni che riapriranno alle urne per consentire ai propri cittadini di decidere definitivamente le prossime guide della varie amministrazioni. A partire da quelle cittadine composta da pochissime centinaia di residenti.
Per legge, infatti, soltanto i comuni con almeno 15mila abitanti possono accedere al secondo turno delle elezioni amministrative nel caso nessun candidato sindaco raggiungesse il 50% + 1 dei consensi validi di chi si è presentato ai seggi (40% +1 in Sicilia), ma questa regola vale anche per tutte le altre località al voto soltanto in una circostanza: ovvero quando due rappresentanti hanno conquistato lo stesso numero di schede elettorali a loro sostegno. Un caso che, statisticamente parlando, è molto più probabile che capiti nei luoghi più piccoli. E infatti, a cavallo del prossimo weekend, si sono aggiunti anche altri sei paesini al ballottaggio: Colle d'Anchise (provincia di Campobasso, 730 abitanti), Pragelato (Torino, 740), Stroppo (Cuneo, 110), Tresignana (Ferrara, 7mila), Valle San Nicola (Biella, mille) e Zerba (Piacenza, 71).
Centrodestra e centrosinistra contro in 61 comuni
Si parlava di 107 comuni "costretti" al secondo tempo del match delle elezioni locali tra i 3.700 circa che erano andati al rinnovo di sindaci e Consigli. In realtà tra due e tre giorni, per la precisione, saranno 105. Due di questi, infatti, hanno già completato l'intera procedura elettorale in quanto là le competizioni comunali si sono svolte con due settimane di anticipo. Stiamo parlando del Trentino-Alto Adige, i cui territori sono andati al voto al primo turno lo scorso 26 maggio e al ballottaggio 8 e 9 giugno in concomitanza con le Europee: gli unici a dovere ristretto la rosa dei candidati ai due finalisti sfidanti erano stati Rovereto (Trento), dove ha vinto Giulia Robol del centrosinistra, e Laives (Bolzano) dove si è imposto Giovanni Seppi della Svp.
Oltre a questa regione, non verranno coinvolte in questo weekend elettorale della stagione politica 2023-2024 nemmeno l'Abruzzo, Friuli Venezia Giulia e Valle d'Aosta. Un solo comune ciascuno per Basilicata, Molise e Sardegna. Nei restanti 91 comuni non capoluoghi di provincia, ci si trova davanti a una situazione in cui - nella maggior parte dei casi - si assisterà a un classico scontro diretto tra un candidato di centrodestra e uno di centrosinistra (quasi sempre appartenente al Partito Democratico). Sono 51 i paesi che hanno questo tipo di scenario. Tra i più interessanti, ricordiamo Castelvolturno, Civitavecchia, Cusano Milanino, Gela, Manfredonia, Montecatini Terme, Orvieto, Recanati, Rivoli, San Miniato, Tarquinia e Trezzano sul Naviglio.
Gli scontri nel centrodestra in Veneto
Esistono sei i comuni, al contrario, i cui due candidati sindaci finali non sono sostenuti formalmente dai partiti tradizionali nazionali, bensì da semplici liste civiche: Casal di Principe (provincia di Caserta), Giaveno (Torino), Monserrato (Cagliari), Montoro (Avellino), Nocera Superiore (Salerno) e Putignano (Bari). In altri 14 non saranno presenti rappresentanti di centrodestra, ma solo quelli che sono sostenuti da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Nella maggior parte dei casi i due partiti si sono uniti con lo scopo di sconfiggere il candidato civico a loro opposto, sempre comunque appartenente a quell'area. Tuttavia, per esempio, a Empoli andrà in scena un gustoso "derby" tutto interno al campo largo: da una parte Alessio Mantelassi per il Pd e Avs, dall'altra Leonardo Masi per i grillini. Identici schieramenti nel rush finale a Borgo San Lorenzo (Firenze), Rosignano Marittimo (Livorno) e San Giovanni Rotondo (area territoriale cara a Giuseppe Conte). Interessante anche il caso di Casalecchio di Reno (Bologna): se i dem e Italia Viva sostengono Matteo Ruggeri, Azione e i Verdi appoggiano Dario Braga.
Infine, ci saranno anche 14 comuni non capoluoghi di provincia dove esistono solo candidati di centrodestra, spesso avversi a uno civico. Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia sono uniti e compatti a Gioia Tauro, Gubbio, Lainate, Noale, Pescantina, Rapallo, Sanremo, Valdagno. In Veneto, se a Bassano del Grappa e a Legnago i tre movimenti si ritrovano con un accordo di apparentamento dopo avere marciato divisi al primo turno, a San Bonifacio e a Vittorio Veneto tira aria di maretta. Nella prima cittadina sembra essere caduto nel vuoto l'appello del leghista Fulvio Soave affinché Nicola Gambin (Fi) lo potesse sostenere nella corsa finale contro Antonio Verona; nella seconda, invece, il legista Giovanni Braido ha invitato apertamente i suoi elettori a votare la candidata di sinistra Mirella Balliana contro il forzista Gianluca Posocco.
A Monselice (Padova) e Aversa (Caserta) e lo scontro tutto interno al centrodestra è palese: nel Nord-Est la Lega è contro gli altri partiti dell'alleanza (rispettivamente Giorgia Bedin e Luca Callegaro), in Campania c'è Forza Italia contro Fratelli d'Italia e Noi Moderati (Francesco Matacena vs. Antonio Farinaro).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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