Ne è passata di acqua sotto i ponti e ora Alessandro Di Battista s'improvvisa scudiero a difesa dei sindacati. Dopo essersi scagliato contro per anni, adesso l'ex parlamentare del Movimento 5 Stelle si schiera al loro fianco ovviamente riservando giudizi assai seversi all'indirizzo di Matteo Salvini per aver fatto scattare la precettazione che riduce a quattro ore (dalle 9 alle 13) lo "stop" del trasporto pubblico. Una mossa che Dibba non ha mandato giù, tanto da arrivare a utilizzare termini al veleno rivolgendosi all'operato svolto dal vicepresidente del Consiglio in questa fase.
Di Battista, interpellato da Giovanni Floris nell'ultima puntata di Dimartedì in onda su La7, ha esordito dedicando le sue considerazioni tutt'altro che tenere proprio a Salvini: "È diventato un ministro patetico, è davvero triste che un ministro così ridicolo sia anche vicepremier". Successivamente l'ex esponente della galassia grillina si è esibito in un atto di sostegno a favore dei sindacati, dopo che nei suoi anni di battaglia con la casacca del M5S aveva denunciato con grande veemenza quelli che dal suo punto di vista rappresentavano conflitti d'interesse con la politica. Altri esempi? Solo pochi mesi fa dichiarava che in Italia la maggior parte dei sindacati "ha smesso di difendere i lavoratori"; aveva inoltre sottolineato che "tre degli ultimi quattro segretari generali della Cgil sono finiti in Parlamento con il Partito democratico".
"Oggi hanno tutte le ragioni", ha ora affermato Dibba. Che, dopo aver mostrato ai telespettatori la sua nuova versione, è tornato a prendersela ancora una volta con Matteo Salvini. Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture è stato accusato di aver tirato fuori tematiche o linee comunicative "penose e patetiche". Il riferimento è al fatto che il segretario della Lega ha fatto notare che la frenesia di scioperare proprio nella giornata di venerdì potrebbe coincidere con la voglia di organizzarsi un fine settimana lungo lontano dal lavoro.
Un'uscita ritenuta "inaccettabile" da parte di Di Battista. Che subito dopo ha spiegato qual è il problema principale nel nostro Paese: "I sindacati, soprattutto negli ultimi anni - parliamo di scioperi corposi e ben organizzati - hanno scioperato troppo poco". A tal proposito ha citato l'esempio della Germania, dove lo scorso anno tra marzo e aprile si sono tenute grandi manifestazioni bloccando il Paese per chiedere l'aumento salariale del 10%. Non poteva non ricordare le 13 sollevazioni di massa fatte in Francia nel giro di due mesi per chiedere al presidente Emmanuel Macron lo stop alla riforma delle pensioni. "Mi auguro che la Cgil abbia il coraggio di tirare dritto, di non farsi intimidire", ha concluso Di Battista.
Peccato però che un punto non possa essere ignorato: l'idea dello sciopero era stata paventata ben prima dell'approvazione della manovra, quando ancora non erano chiare le misure contenute nella Legge di Bilancio. Ecco perché sono comprensibili i sospetti di chi ritiene che questa possa essere un'opposizione pregiudiziale.
Una sorta di "sciopero preventivo" ipotizzato contro una manovra economica che ancora non esisteva in quel momento. Senza dimenticare che l'unione tra conferma del taglio del cuneo fiscale e riforma delle nuove aliquote Irpef porterà aumenti in busta paga fino a 120 euro al mese. Con buona pace delle mobilitazioni sindacali da pregiudizio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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