"Bene le pene severe, ma da sole non bastano. Il Servizio sanitario riceva i mezzi necessari"

Chiappuella: "La medicina territoriale rimane fondamentale". Longoni: "Più educazione civica e migliori condizioni di lavoro"

"Bene le pene severe, ma da sole non bastano. Il Servizio sanitario riceva i mezzi necessari"
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Davanti al crescente fenomeno di violenza nelle strutture sanitarie italiane, emerge la necessità di un approccio più incisivo che vada oltre il semplice inasprimento delle pene per gli aggressori. Questo il messaggio lanciato da Mario Chiappuella, commercialista di Massa Carrara, durante il Cnpr Forum.

Chiappuella ha evidenziato come sia necessario un intervento su più fronti: «Non basta punire i violenti, occorre garantire che il Servizio Sanitario Nazionale abbia i mezzi e il personale necessari per soddisfare i bisogni dei cittadini. La medicina territoriale può dare un contributo fondamentale in questo senso, riducendo la pressione sui pronto soccorso. È inoltre prioritario trattenere i giovani medici specializzati in Italia, offrendo loro contratti adeguati che riflettano il loro valore e le responsabilità che devono affrontare».

Il problema delle aggressioni nei pronto soccorso italiani è ormai fuori controllo. Tuttavia, secondo Paolo Longoni, consigliere dell'Istituto Nazionale Esperti Contabili, «inasprire le pene non è la soluzione definitiva. Le misure immediate che aggravano le sanzioni penali non risolvono il problema alla radice, evidenziando che le intemperanze di pazienti insoddisfatti dalle prestazioni sanitarie non si evitano solo attraverso punizioni più severe. La vera risposta - ha rimarcato Longoni - risiede in un duplice intervento: da un lato, è fondamentale potenziare l'educazione civica, dall'altro, garantire migliori condizioni di lavoro per il personale sanitario. I pronto soccorso non possono essere considerati trincee dove il personale deve armarsi per sopravvivere. La crisi delle strutture ospedaliere, infatti, nasce anche da una cronica carenza di risorse, sia umane che finanziarie. Se la sanità non ha una dotazione sufficiente, la risposta che può offrire sarà inevitabilmente insufficiente».

Uno degli elementi cruciali per alleviare la pressione sui pronto soccorso è il potenziamento della medicina territoriale. Queste strutture, che dovrebbero offrire una prima assistenza ai cittadini, sono in gran parte latitanti. «La medicina territoriale svolge un ruolo determinante per evitare il ricorso inutile al pronto soccorso quando non ci sono condizioni di gravità - ha spiegato Longoni.

Se i cittadini non trovano risposte nei centri territoriali, si recano inevitabilmente al pronto soccorso, anche per problemi banali, come una semplice febbre».

In conclusione, il consigliere dell'Isnec ha ribadito che la vera soluzione passa attraverso un rafforzamento del sistema sanitario, sia a livello territoriale che ospedaliero, con un adeguato incremento delle risorse.

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