Ormai è un valzer, un gioco delle parti che prosegue a botte di comunicati stampa, interviste e tweet. Un giorno si avvicinano, quello dopo si allontanano e poi si ricongiungono. Ma tra loro, Mario Monti e Pier Luigi Bersani, ci si mette Nichi Vendola. A lui, questi ammiccammenti pubblici, non sono piaciuti a affatto. E ora questa è una grana che passa nelle mani di Pier Luigi Bersani.
"Nel 2006 non c'era il Pd ed eravamo 12 partiti, ora c'è il Pd". Pier Luigi Bersani, segretario dei Democratici, interviene a Radio Anch'io e sottolinea le differenze tra l'attuale compagine del centrosinistra e il passato. "Capisco l’antica ammaccatura - spiega, in riposta a un elettore che chiede se in caso di vittoria finiranno le risse interne al partito - ma siamo in un orizzonte totalmente diverso anche perchè abbiamo fatto le primarie e Vendola riconosce che ho vinto io".
Bersani ribadisce le sue intenzioni: "Ho sempre detto che chiedo il 51 per cento, ma che mi rivolgerò a forze alternative a Berlusconi e alla Lega come se avessi il 49 per cento dei voti e sono disponibilissimo a rivolgermi anche a forze come quella del professor Monti". Esattamente come ha detto ieri alla corte della Merkel.
E a chi gli chiede se Vendola sia d'accordo risponde: "Basta leggere la carta d’intenti del centrosinistra: a contrasto di posizioni populiste abbiamo un’ apertura a forze europeiste e costituzionali. Poi certo la convergenza si fa alla prova dei programmi". Insomma un'armata brancaleone tenuta insieme solo dal collante dell'odio antiberlusconiano.
Vendola punta i piedi e sbatte la porta in faccia a Monti: "Bersani ha fatto riferimento al tema pregiudiziali dei programmi e nei fatti quelli di Monti e del centrosinistra sono inconciliabili".
Il leader del Sel ribadisce quanto già detto ieri sera e aggiunge: "Spero che Bersani non si voglia assumere la responsabilità di rompere l’alleanza del centrosinistra". Poi, al forum online organizzato dalla Stampa, rincara la dose: "Ci sono distanze siderali con Monti, che è un classico conservatore europeo".
Nel pomeriggio uno scambio di battute a distanza tra Monti e Bersani. Il Prof. ci starebbe anche a un'eventuale alleanza ma a patto che il Pd faccia "delle scelte all’interno del suo polo". Il linguaggio è cambiato da quel "tagliare le ali estreme", ma il significato resta sempre quello. E a Bersani, almeno in campagna elettorale, pare non andar bene: "Il mio polo è il mio polo e che nessuno lo tocchi".
Poi ancora il premier, che questa volta risponde a Oscar Giannino, che definisce la sua lista una corrente del Pd: "N
538em;">on esiste alcun accordo, né alcuna conversazione in vista di accordi con nessun’altra forza politica". Un passo indietro di Bersani e un passo indietro di Monti. In attesa che domani ne facciano due avanti?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.