Il blitz della premier da Rama in Albania. E cerca di placare gli alleati sugli extra profitti

Toccata e fuga a Valona con tutta la famiglia. «La Le Pen? Io non metto veti»

Il blitz della premier da Rama in Albania. E cerca di placare gli alleati sugli extra profitti
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Toccata e fuga in Albania per il premier Giorgia Meloni. Il capo del governo sospende le vacanze in Puglia per accettare l’invito del primo ministro dell’Albania Edi Rama. Un blitz di poche ore a Valona, perla che si affaccia sia sul Mar Adriatico e che Ionio, per un incontro privato con il suo omologo nella residenza estiva del governo albanese.

Meloni ha raggiunto Valona con un traghetto di linea, partito da Brindisi, con il compagno, Andrea Giambruno, e la figlia. Calendario stretto: arrivo al molo e cena con Edi Rama nella residenza presidenziale. Il rientro è previsto nella serata di oggi. Anche se i media albanesi ipotizzano il rientro il 16 agosto.

Sul tavolo del bilaterale numerosi dossier, dall’agricoltura alla lotta per fermare le rotte della droga.

Questione prioritaria è l’adesione dell’Albania all’Unione europea.

Dal presidente Meloni è stato garantito pieno appoggio al processo di integrazione che dovrà completarsi entro il 2030. Dopo la visita lampo il premier rientrerà in Puglia dove festeggerà coni familiari, amici e qualche ministro il Ferragosto. Definita anche la location per il G7 nel 2024: la scelta, per motivi di sicurezza, è ricaduta su Borgo Egnazia.

Sul fronte interno, nell’intervista (a giornali unificati) rilasciata durante il soggiorno a Ceglie Messapica, il premier ha chiarito alcuni punti che negli ultimi giorni sono stati oggetto di fibrillazione in maggioranza. Meloni ha rivendicato come propria la scelta sull’introduzione di una tassa sugli extraprofitti delle banche: «È una iniziativa che ho voluto io perché ritengo che si debba mandare un messaggio rispetto all’idea di uno Stato giusto, che fa le cose che si devono fare senza intenti punitivi». E sul dissenso di Giorgetti «è stato pienamente coinvolto essendo il ministro che scrive il provvedimento. In questo caso non ho fatto le riunioni che generalmente faccio, ma c’era un problema di tempi riguardo a una norma che abbiamo deciso di portare all’ultimo Cdm, sennò sarebbe slittata a settembre», chiarisce l’inquilino di Palazzo Chigi. La leader di Fdi riconosce però le ragioni di Forza Italia: «Ci può essere sicuramente una questione di metodo». E usa l’intervista tripla (Repubblica, Stampa e Corriere) per liberare il campo da equivoci con la Lega sul piano delle alleanze europee: «Io non metto veti (riferito a Le Pen), non ritengo di avere questa autorevolezza e comunque non mi pongo adesso il tema».

Meloni non teme la piazza rossa evocata dalla sinistra in autunno: «Se uno dei principali sindacati convoca una manifestazione contro la legge di bilancio prima ancora che venga scritta, forse esiste un tema di opposizione pregiudiziale», dice. E conferma come il vero snodo per il governo sia la legge di bilancio: «In base alle risorse decideremo quali misure possono dare un impatto maggiore. Il rinnovo del cuneo fiscale è una delle mie priorità e così la difesa del potere di acquisto delle famiglie, come nella precedente manovra. Quindi taglio del cuneo, detassazione dei premi di produttività, bonus energia. La mia linea è concentrare i fondi sui salari più bassi».

Nessun passo indietro sul salario minimo: palla al Cnel per una proposta da presentare entro due mesi.

Per ora congela il dossier giustizia.

Ma alla ripresa dei lavori Fi è pronta a incalzare gli alleati su separazione delle carriere e Dl Nordio.

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