“Caccerei questo studente e la fascista la farei io”. Le nuove rivelazioni sul caso Anpi a Luino

Samauel Balatri ha raccontato cosa è accaduto durante l'incontro con il presidente Anpi, rivelando l'intero confronto

“Caccerei questo studente e la fascista la farei io”. Le nuove rivelazioni sul caso Anpi a Luino
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Il caso del presidente di Anpi Varese, Ester Maria De Tomasi, che ha detto a uno studente di volerlo prendere a schiaffi perché lui ha riportato la verità storica, invisa ai rossi, che nella Resistenza c'erano anche partigiani che volevano instaurare una dittatura comunista, ha fatto molto discutere. Dopo giorni di silenzio, Samauel Balatri, lo studente protagonista di questi fatti, ha deciso di parlare attraverso un video pubblicato su TikTok, raccontando la sua versione dei fatti.

"L'evento è partito subito con il presidente di Anpi Luino che ha condannato le forze dell'ordine, dicendo che noi gli studenti non siamo liberi di protestare e di dire la nostra, anche in maniera pacifica, perché ci sono le forze dell'ordine fasciste che con i manganelli impediscono che gli studenti possano protestare, una frase assolutamente da condannare", racconta Balatri. Sono state numerose le personalità che sono intervenute, compreso il vicepresidente dell'Anpi che, spiega lo studente, "fa un paragone assurdo" perché chiede agli studenti di immaginare "di mangiare i nuggets ogni giorno per cinque giorni e di non riuscire ad andare in bagno. Arrivati al quinto giorno finalmente riuscite ad andare in bagno e quella sensazione di liberazione è la stessa che hanno provato gli italiani liberati dal fascismo".

Balatri torna a chiedere una condanna per le parole di un esponente Anpi nel suo video, "soprattutto da parte di chi crede nei valori della democrazia e della libertà". È a questo punto, durante il convegno, che Balatri decide di intervenire e chiede la parola, ottenendo il permesso di parlare. Salito sul palco, spiega di aver condannato la frase pronunciata dal presidente dell'Anpi di Luino e poi di aver espresso la sua visione della storia, "dicendo che sì c'erano i partigiani che combattevano per la libertà e la liberazione ma c'erano anche dei partigiani, quelli rossi, che volevano instaurare una dittatura comunista al posto di quella fascista, assoggettata alla Russia". Nel concludere il suo intervento, Balatri dice di aver detto, ai relatori e agli studenti, che se "antifascismo significa condannare gli orrori del campo di concentramento e dello sterminio degli ebrei ci si può dichiarare antifascisti. Ma se per antifascismo intendiamo coloro che hanno ucciso Sergio Ramelli 50 anni fa, coloro che hanno picchiato un nostro ragazzo di Gioventù Nazionale, coloro che hanno picchiato i nostri ragazzi di Azione Universitaria a Firenze, a Torino e a Bologna, io non mi dichiaro antifascista".

A quel punto, prosegue lo studente, "la presidente dell'Anpi, dopo il mio libero pensiero, si è alzata in piedi e ha detto: 'Caccerei fuori questo studente e la fascista la farei io'. Purtroppo questa parte non è stata registrata ma è stata registrata la sua esclamazione: 'Io ti prenderei a sberle'. Questa frase non è stata condannata e la stessa presidente dell'Anpi ha aggiunto sui giornali che riconferma la frase detta e che io sarei un pericoloso fascista, squadrista, e che ricorderei gli orrori dei campi di concentramento". Balatri sostiene di credere "nei valori della democrazia e della libertà e quello che la presidente dell'Anpi ha fatto è stato tutto tranne che democratico. Il vero comportamento fascista lo ha avuto lei".

L’assessore alla cultura di regione Lombardia, Francesca Caruso, ha dichiarato: "Una presidente dell’Anpi che urla 'ti prenderei a sberle' a uno studente colpevole di avere un’opinione diversa? È il solito pensiero unico di sinistra, quello che si riempie la bocca di libertà ma non la tollera davvero. Il problema è serio: c’è chi si sente autorizzato a insultare e minacciare in nome della democrazia, quando in realtà pratica solo arroganza ideologica. I ragazzi vanno ascoltati, non zittiti.

Ribadisco: l'Anpi nazionale, se crede davvero nei valori che dice di rappresentare, chieda le dimissioni della sua rappresentante a Varese. Perché qui non c’è nessuna lezione di storia: c’è solo la solita intolleranza e la solita violenza verbale, quella sì, molto intollerante".

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