Il governo sta per avviare il cantiere delle riforme e, con senso di responsabilità istituzionale, di fronte alle possibili modifiche della Costituzione ha deciso di favorire prima il confronto con le opposizioni. Ma sullo sfondo c'è un paletto chiarissimo: i veti non sono accettati, gli eventuali ostruzionismi verranno rispediti al mittente. Un appello rivolto al Partito democratico e al Movimento 5 Stelle che, a differenza del Terzo Polo, hanno già dimostrato un atteggiamento pregiudiziale. La strada però è ormai tracciata.
Calderoli avverte Schlein e Conte
Quella che si è aperta è una settimana di rilievo: domani a Palazzo Chigi si terranno i vari colloqui tra l'esecutivo e i partiti al di fuori della maggioranza nell'ambito del dialogo sulle riforme. Tra quelle più importanti rientra l'Autonomia delle Regioni, tema contro cui Elly Schlein e Giuseppe Conte hanno giurato battaglia. Tuttavia Roberto Calderoli ha voluto ricordare che il risultato elettorale maturato il 25 settembre 2022 non consente loro di avere il boccino delle decisioni.
Il ministro per le Autonomie, intervistato dal Corriere della Sera, ha così rinfrescato la memoria al fronte rosso e l'ha messo in guardia sulle future mosse: "La sinistra e Conte dovrebbero prendere atto che hanno perso le elezioni. Se il loro ruolo vuole essere esercitato soltanto come diritto di veto, non ce l'hanno". Da parte del governo c'è dunque totale apertura a proposte e correzioni, ma con un vincolo ben preciso: "Se hanno maturato il lutto, bene. Se no, se ne riparla tra 5 anni".
Sul tavolo ci sono tre principali ipotesi: presidenzialismo, semipresidenzialismo e premierato. Il percorso potrebbe essere diverso a seconda delle risposte alla luce del confronto con le opposizioni. L'istituzione di una Commissione bicamerale resta ancora un'opzione ma su questo fronte Calderoli, viste le esperienze del passato, non si è detto molto ottimista: "Nessuna ha mai prodotto risultati". Tutto sarà deciso in seguito al confronto con i partiti al di fuori della maggioranza.
L'apertura del Terzo Polo
L'esecutivo intende garantire stabilità al Paese percorrendo la strada delle riforme anche se le opposizioni dovessero andare all'Aventino. In tal senso Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, non ha usato mezzi termini: "Se dicono 'no' noi andremo avanti, poi ci saranno i referendum e decideranno i cittadini". Un monito all'indirizzo di Pd e M5S, visto che invece il Terzo Polo si è mostrato più dialogante nelle intenzioni.
A confermare un approccio di collaborazione è stata Maria Elena Boschi. La deputata di Italia Viva, intervistata da Libero, ha lasciato la porta aperta a favore delle riforme costituzionali e ha lanciato un messaggio nei confronti di Schlein e Conte: "Noi non vogliamo usare le riforme per fare la guerra a Giorgia Meloni. In questo Paese esiste il diritto di voto - che purtroppo ha premiato Meloni ma che va rispettato da tutti - ma non il diritto di veto, nemmeno per Schlein o Conte".
Nella sua Enews Matteo Renzi ha ribadito le tre principali proposte sul sindaco d'Italia e sul superamento del bicameralismo perfetto: "Abbiamo le carte in regola per dirlo forte e chiaro. Facciamo un piccolo passo in più, giusto per ricordare la storia e provare a scrivere il futuro".
Dal suo canto Carlo Calenda ha fatto sapere che domani in occasione dell'incontro con il governo avanzerà le priorità del programma elettorale: "Più poteri al premier, monocameralismo, riordino del federalismo". Il leader di Azione si è detto invece contrario alla possibilità di intervenire sulla figura del presidente della Repubblica: "In un Paese (troppo) diviso è l'unico punto di riferimento riconosciuto da tutti".
I paletti del Pd
Al Nazareno è in corso la riunione della segreteria del Partito democratico per fare il punto della situazione con i dem prima dell'incontro con Giorgia Meloni sulle riforme istituzionali.
Stando a quanto appreso e riportato dall'Agi, le prime riflessioni emerse fissano delle condizioni: "Ci confronteremo sui temi e porteremo una posizione ma la convocazione non sia un modo per distrarre l'attenzione sui temi che interessano le persone e le necessità del Paese: lavoro, sanità, Pnrr".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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