Si salvi chi può. Dopo aver portato Ilaria Salis sul palmo della mano fino a Bruxelles, ora dalle parti di Avs è un fuggi fuggi generale per prendere le distanze, dissociarsi e allontanarsi dalle posizioni estremiste della maestra antifascista. “Non la conosco e non la penso come lei”, esordisce in diretta Francesco Emilio Borrelli, deputato e attivista storico della Federazione dei Verdi, attivissimo a Napoli contro l'illegalità. Incalzato nel corso della puntata de L’Aria che tira, su La7, il collega di Avs critica l’ideologia pro-occupazione della Salis e si toglie qualche sassolino dalla scarpa sulla candidatura della stella di Bonelli e Fratoianni.
È proprio sul nodo occupazioni, cavallo di battaglia della Salis, che iniziano i distinguo. “Non è del mio partito”, afferma il parlamentare. E ancora: “L’hanno eletta coi voti del nord-ovest, non coi nostri”. D’altronde per un esponente come Borrelli, da sempre in prima linea per contrastare le occupazioni abusive e sempre attivo per il rispetto della legge, le posizioni estremiste della Salis sono fumo negli occhi. Solo negli ultimi giorni, dopo aver sproloquiato sull’inutilità del carcere e sulla sua intrinseca dimessone razzista, l’eurodeputata rossoverde è tornata a difendere il “diritto” all’occupazione. "Se venisse confermato il reato di associazione a delinquere, sarebbe un ulteriore grave passo in avanti nella repressione delle lotte e criminalizzazione della povertà. Un altro tassello nella direzione autoritaria e classista", ha scritto sul suo profilo social.
Gli occupanti, secondo la narrazione targata Salis, "eliminano muffa e sporcizia, imbiancano le pareti e cambiano i sanitari, questi ultimi spesso distrutti da Aler stessa per scoraggiare le occupazioni e impedire le assegnazioni allo scopo di fare delle case vuote oggetto di speculazione edilizia". Insomma, il mondo delle occupazioni – ha concluso l’europarlamentare - è "una comunità solidale" e sbagliano le forze dell'ordine e la magistratura, chiamate a far rispettare la legge a considerarle, come scrive l'europarlamentare, "una pericolosa associazione a delinquere. Che organizzarsi collettivamente per migliorare la propria condizione e aiutare il prossimo senza alcun tornaconto economico è un crimine da punire severamente".
Un racconto irreale che si scontra con il pensiero del collega Borrelli.
Che conclude con una rivelazione sulla candidatura Salis a Bruxelles: “Lo posso dire? Lei era stata candidata per il fatto che fosse detenuta in Ungheria". Una dichiarazione tanto preoccupante quanto realistica. Solo i più ingenui politicamente – o forse i più maliziosi – potevano e possono credere tutt’ora alla favola della candidatura politica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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