Carlà&Sarkò: il mandato è finito. "Pronta a lasciarlo a dicembre"

I bene informati dicono che la Bruni mollerà l'ex presidente non appena sarà nominato il nuovo capo del centrodestra. E pensare che ultimamente si era vociferato che fosse incinta...

Di solito si fissano in anticipo le date dei matrimoni, stavolta i cortigiani di Francia hanno fissato la data dei tanti saluti e buonasera: dicembre. Carla Bruni scalerà di una posizione, lasciando il posto di first-lady ad una futuribile e ipotetica quarta moglie di Sarkozy, se mai ci sarà una nuova moglie, soprattutto se mai ci sarà una nuova presidenza.
Se ne stanno raccontando di ogni, sull'ex coppia presidenziale. Qualche settimana fa avevano insinuato che Carla fosse già nuovamente incinta, dopo la nascita nell'ottobre scorso di Giulia. Rapida smentita, immediata rettifica: come scrive Panorama in uscita, non c'è alcuna intenzione di perpetuare la specie. Tutto un altro genere. Siamo ai titoli di coda. Questa la novità.
Sarebbero le amicizie più vicine a confermare l'epilogo: in una recente cena italiana, Carla avrebbe tranquillamente rivelato i dettagli della separazione. Perché aspettare dicembre? Disfarsi di un marito venuto a noia non è come disfarsi di una macchina, tiro fine anno e poi rottamo. In questo caso, le ragioni sarebbero di alta strategia politica. Carla concederebbe al disastrato coniuge, uscito a brandelli dalle ultime elezioni, la carineria di risolvere senza ulteriori tensioni un paio di grosse grane personali, una interna al suo partito e l'altra di stampo legale: a novembre il centrodestra sceglierà il nuovo leader, nello stesso periodo dovrebbero chiarirsi definitivamente le tre inchieste sui finanziamenti illeciti.
A seguire, il gancio al mento: la signora scenderebbe ufficialmente dalla barca. Meno di cinque anni la durata della bella favola: neanche poco, certo non moltissimo. A sentire lei, che nel tempo record di tre mesi l'aveva arpionato e trascinato in municipio per il sì, era tutto fantastico e indescrivibile, come vivere per sempre dentro a un grande sogno. Dannate coincidenze, dannatissime combinazioni del destino che espongono il candore di una ragazza innamorata alle più carogne supposizioni: quando la grande storia romantica esplode, lui è semplicemente il capo di uno dei primi Stati della terra, uno dei più temuti personaggi del G8, quando invece il matrimonio entra in crisi lui è un pover'uomo tumefatto dai fetenti casi della vita.
Ribadiamolo: le glorie e le disfatte coniugali sono sempre faccende rigorosamente private. Non tocca a chi sta fuori, anche se avviene sempre il contrario, ficcarci il naso e tirare conclusioni. In questo caso però abbiamo tutti qualche attenuante, diciamo pure qualche sacrosanto diritto a una quota base di sarcasmo e di malignità: è lei, nostra signora dell'Eliseo, ad aver trasformato il matrimonio stellare in un reality snob di proporzioni internazionali, lei con il suo studiato minimalismo familiare, lei con la sua surreale modestia domestica («Siamo persone semplici»), due cuori e una capanna nel luogo più ambìto di Parigi, per amore solo per amore, e noi che avremmo pure dovuto bercela.
Sarà un caso, ma adesso che il popolo sovrano ha presentato lo sfratto, lei presenta le dimissioni. Sembra il lucido calcolo di una cinica mantide. Eppure la logica è impeccabile. Bisogna ragionare seriamente, prima di tirare conclusioni affrettate. Carla, dopo essersi vergognata d'essere italiana (e comunque è torinese, sia ben chiaro), adesso ha buoni motivi per non vergognarsi del divorzio. Ha tutti i diritti di andarsene: diamine, le hanno cambiato le carte in tavola. Come dimenticare: quando lei ha conosciuto Sarkozy, non era un Nicolas qualunque. Era Sarkozy. Di quell'uomo lei è rimasta incantata, quell'uomo ha desiderato con tutta se stessa. E quando ha deciso di sposarlo, era perfettamente chiaro a chiunque che lei non sarebbe diventata una qualunque sciura Carla, ma la prima Carla di Francia, la prima donna tra tutte le donne del reame. Queste le condizioni. A queste condizioni, nessun problema. È arrivata persino una bambina, la first-baby tra tutte le baby.
E allora, malelingue di tutto il mondo: che volete da Carla. Non è lei che è cambiata. È cambiato lui. Sarkò non è più lo stesso. Non si può sposare un potente della terra e poi ritrovarsi in casa un perdente depresso. Prima quest'uomo apriva tutte le porte, adesso se le ritrova tutte chiuse sul grugno. Non è questo che Carla aveva sognato.

Non è questo il futuro che il presidente le aveva disegnato, nelle tenere notti dei summit con Obama. Povera ragazza, va capita. Sì, ci sono tutti gli estremi per un ripensamento. C'è gente che va in crisi per molto meno. In chiesa si dicono nella buona e nella cattiva sorte, ma quelle sono cose da umili.

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