«Questa non è integrazione, ma oppressione religiosa». Per non parlare degli intoppi burocratici provocati. A Sesto San Giovanni (Milano), il sindaco Roberto Di Stefano ha preso la situazione di petto: da troppo tempo – ha denunciato – accade che alcune donne musulmane residenti in città si rifiutino di ricevere i messi notificatori del Comune di genere maschile «in base a ovvie imposizioni di tipo religioso».
La sottomissione in nome di Allah passa anche attraverso tali episodi. Questo, ha raccontato il leghista sui social, comporta che le notifiche ufficiali vengano lasciate nella casella della posta e che solo successivamente qualcuno si rechi negli uffici comunali per ritirare i documenti previsti. Ma le anomalie non sono finite. «Ovviamente succede che se per ritirare la documentazione viene incaricata una donna, questa vuole rivolgersi solo a sportelli in cui ci sia una donna», ha testimoniato Di Stefano, arrivando poi all’amara constatazione: «È evidente la discriminazione al contrario. Se da una parte il sindaco non può cambiare i regolamenti e i concorsi scegliendo esclusivamente personale femminile per i messi notificatori, perché sarebbe una discriminazione di sesso vietata dalla Costituzione, dall'altra parte è chiaro come alcune famiglie musulmane non abbiano nessuna intenzione di integrarsi. L'integrazione passa dal rispetto della nostra cultura e del diritto prima di tutto».
La denuncia è arrivata peraltro proprio l’otto marzo, nella giornata internazionale della donna, come una sorta di monito.
Di Stefano in ogni caso ha già pronta una reazione: nuove linee guida comunali che prevedono il pagamento di un diritto di segreteria per chi si rifiuta volutamente di ritirare un atto che necessita di essere notificato. «Nessun compromesso per consolidare culture inaccettabili in Italia e fortemente discriminatorie nei confronti delle donne, ha ribadito il sindaco.
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