!["Ci mettono in galera". Il 'terrore' di Porro e Cruciani dopo la pubblicazione delle chat di FdI](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/11/1739260270-screenshot-2025-02-11-085050.png?_=1739260270)
Nicola Porro e Giuseppe Cruciani tornano a menare colpi a destra e sinistra durante il Tavolo per due in onda nell’ultimo blocco di Quarta Repubblica. Dopo aver palato della truffa del “finto Crosetto”, del summit di Emmanuel Macron sull’Intelligenza Artificiale, di Massimo Cacciari, del coniglio gay e del caso Almasri, prendono di mira il caso delle chat interne a Fratelli d’Italia pubblicate in un libro del giornalista del Fatto Quotidiano, Giacomo Salvini.
Il primo dilemma del conduttore è semplice semplice: “Mi chiedo una cosa - esordisce - Se beccano le chat mie e tue, noi siamo fregati. Siamo fottuti”. Cruciani ci mette il carico da undici: “Ci mettono in galera, verremmo indagati, licenziati, cacciati”. Perché può capitare a chiunque, in una chat che ci si immagina privata e che tale dovrebbe rimanere, lasciarsi andare ad espressioni colorite, anche eccessive, in un momento di lite, sconforto, dibattito politico. Provate a immaginare cosa possono dirsi marito e moglie durante una sonora litigata per poi tornare al sereno come se nulla fosse.
Peraltro le chat in questione, trapelate dall’interno di Fratelli d’Italia, riguardano in particolare gli anni del 2018-2019, ovvero quando Giuseppe Conte era al potere nel governo gialloverde, cioè quando il centrodestra si “spaccò” dopo le elezioni permettendo a Matteo Salvini di governare insieme ai grillini. Ci sta, insomma, che FdI, all’opposizione, criticasse il Carroccio in maniera anche colorita. No?
E poi scusate: ma come è possibile che conversazioni private, che tali dovrebbero rimanere, finiscano spiattellate in un libro che sarà sugli scaffali di tutte le librerie d’Italia? “Io penso che il giornalismo debba essere libero e io mi batto per il free speech e la libertà di pensiero - dice Cruciani - Però tutto questo non ha nulla a che fare col fatto che tu pubblichi delle conversazioni private e non politiche, beh: la cosa è diversa”. Aggiunge Porro: “Qualcuno ha definito Salvini bimbominkia? Sono stati anche educati. Quando io sono arrabbiato con qualcuno gli posso dire qualsiasi cosa in una conversazione con un confidente. Ci preoccupiamo tanto delle truffe con l’intelligenza Artificiale ma con quella normale non arriviamo al fatto che le chat dovrebbero rimanere segretissime. Io non voglio che le mie conversazioni vengano pubblicate. E non voglio neanche che, se un magistrato mi intercetta, quelle finiscano in un'ordinanza che poi finisce sui giornali”.
Senza contare che, secondo Cruciani, quelle chat non sarebbero neanche più di “interesse publico” visto che si tratta di documenti di sette anni fa. Politicamente un’era geologica. “Sotto la copertura dell’interesse pubblico si viola la segretezza delle conversazioni”, conclude Cruciali.
“Mi stupisco che queste cose possano succedere”. Porro è irritato: “Passo le giornate a firmare documenti sulla privacy, mortacci loro. Quanti pezzi di carta firmiamo? E poi spuntano fuori le chat? È una presa per i fondelli!- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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