Ciani l'anti-dem, le armi dello chef Rubio, le bufale della Murgia: ecco il podio dei peggiori

Ciani, nuovo vice-capogruppo dem, schifa l'iscrizione al Pd e subito spacca sull'Ucraina. Sui social Rubio fomenta l'odio contro Israele. E la Murgia (spalleggiata da Saviano) spara balle a tutto spiano. Ecco i peggiori della settimana

Ciani l'anti-dem, le armi dello chef Rubio, le bufale della Murgia: ecco il podio dei peggiori
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Peggio il populismo di Vasco Rossi, che durante il suo ultimo concerto ha attaccato tutto l'arco parlamentare, o le bufale della sinistra? Si sa, il rocker di Zocca provoca da una vita e non smetterà certo di farlo oggi. Per questo ci concediamo, almeno con lui, di essere benevoli. Soltanto un buffetto. Magari un consiglio: meglio quando canta di quando la butta in politica. La sinistra, invece... altro che buffetti! È tutta da mettersi le mani nei capelli. Questa settimana, poi... le balle sulla parata del 2 giugno, le balle sulla deriva autoritaria, le balle sul Roma Pride. Sempre più debole in Parlamento, si appiglia a tutto nel tentativo (vano e ridicolo) di picconare il governo Meloni.

Partiamo, come sempre, dalla coda. Sul podio dei peggiori, al terzo posto, questa settimana troviamo una new entry: Paolo Ciani. Esponente di Demos, è il nuovo vice-capogruppo dem a Montecitorio. Scelto direttamente da Elly Schlein dopo aver epurato De Luca junior. E lui ci ha subito tenuto a precisare: "Il Pd non è il mio partito". Iniziano proprio bene. In Parlamento si era già fatto notare: era stato l'unico, all'interno del gruppo dem, a votare contro l'invio di armi all'Ucraina. Posizione confermata a Repubblica subito dopo la nomina. "Nel nostro popolo questa discussione c'è, è un fronte molto più ampio di come è rappresentato in Parlamento, nei numeri del gruppo - ha spiegato - dopo un anno e mezzo di guerra il partito può evolvere in nuove posizioni. Si può anche cambiare parere". Parole che hanno immediatamente gettato il Partito democratico nel panico. Tanto che l'ex sardina si è subito affrettata a precisare: "Affermazioni, fatte non come Pd ma a nome del suo partito Demos, che ha corso con il Pd alle politiche. La linea del Pd è ben chiara ed è quella". Ma ne è così sicura?

Al secondo posto, questa settimana, c'è lo chef Rubio. Eh già, ne ha sparata una. Sempre sui social, ovviamente. Un post vergognoso con cui ha inneggiato alla violenza contro Israele. "Coltello antisionista con manico in legno d'ulivo", ha scritto il cuoco che non è certo nuovo a certe sparate violente. Davvero di pessimo gusto. E per di più indigesto. Ma a indignarci siamo solo noi? Va bene la libertà di espressione ma perché quelle parole e quell'immagine (un coltellaccio in primo piano) che incitano all'odio e alla violenza sono ancora lì? Nessuno interviene?

E veniamo al peggiore: Michela Murgia. Chi altro avrebbe potuto essere questa settimana? Nessuno. Insuperabile non solo per l'immensa cantonata presa sulla parata della Festa della repubblica ma anche per le successive, deliranti giustificazioni. Avrebbe potuto scusarsi, ammettere l'errore, magari cancellare il post e, invece, no. È andata avanti a sproloquiare su (inesistenti) saluti fascisti e (altrettanto inesistenti) inni alla X Mas e a sbandierare il proprio spirito anti militarista. Davvero assurda! L'hanno smentita tutti. Persino nel Pd si sono imbarazzati davanti a tanta ignoranza. Solo uno ha avuto il coraggio di andarle dietro e schiantarsi insieme a lei contro il muro. Di chi stiamo parlando? Rullo di tamburi...

Roberto Saviano! Non vi stupisce, vero? Dopo tutto la Murgia si era spesa tanto per difenderlo quando era finito alla sbarra per gli insulti a Salvini e alla Meloni. Come dice il detto: Dio li fa e poi li accoppia!

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