Non sono passati inosservati i cartelli che hanno chiamato in causa la comunità Lgbtq+, tirata in ballo in occasione della manifestazione della Comunità ebraica che si è tenuta a Roma a Piazza del Popolo. Un'occasione non solo per gridare un deciso "no" all'antisemitismo e al terrorismo, ma anche per ricordare le atrocità commesse da Hamas il 7 ottobre ai danni del popolo di Israele. Tra i manifestanti c'è chi ha voluto mettere in evidenza il doppiopesismo di una certa sinistra che, dopo aver impartito lezioni sulla questione femminile, si rifugia nel solito "sì, ma" quando si tratta di esprimersi chiaramente sul conflitto in Medio Oriente.
Sono diversi i cartelli che alcuni partecipanti alla manifestazione, oltre alle bandiere di Israele e della pace, hanno esposto citando direttamente la galassia Lgbtq+. Tutti con lo stesso esordio: "Dear Lgbtq+ community". Un incipit accompagnato da una serie di tesi che sembrano banali e scontate ma che in realtà meritano di essere rimarcate sempre più con forza alla luce dell'antisemitismo che sta rialzando la testa in Europa e della sottovalutazione che spesso si registra anche nel nostro Paese.
I cartelli recitano slogan brevi ed essenziali su cui, sia in linea teorica sia dal punto di vista pratico, si dovrebbe registrare una trasversale convergenza tralasciando le differenti appartenenze politiche: "Condanniamo Hamas senza se e senza ma"; "Non usate il nome della comunità per alimentare l'antisemitismo"; "Femminicidi e stupri sono sempre da condannare"; "Queer jews lives matter". Concetti di base che si muovono verso un obiettivo ben preciso: condannare in maniera unanime quanto commesso da Hamas verso Israele, senza lasciare spazio alle ambiguità e alle prese di posizione sfumate di fronte agli orrori.
A confessarci la propria triste annotazione è stato Rafi, uno studente di 16 anni in piazza per condannare a tutto tondo l'ondata di antisemitismo e di terrorismo che preoccupano ancora una volta il Vecchio Continente: "Qualcuno a sinistra non prende le distanze da Hamas". A ilGiornale.
it ha confessato un'esperienza personale che ha riscontrato nella sua quotidianità da alunno: "La sinistra che vedo a scuola organizza manifestazioni contro i femminicidi, ma poi non condanna ciò che porta a mietere vittime israeliane, ebree. Purtroppo anche a scuola entra questa politica". Una triste realtà che stona con l'urgenza di remare tutti verso la direzione per evitare che la pagina più brutta della storia possa essere nuovamente scritta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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