Quel "conflitto di interessi" per colpire il nemico di turno

Elezioni che si avvicinano, vecchi cavalli di battaglia che ritornano

Quel "conflitto di interessi" per colpire il nemico di turno
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Elezioni che si avvicinano, vecchi cavalli di battaglia che ritornano. A sentire l'opposizione - sia parlamentare che mediatica - la nuova emergenza in questo momento è il conflitto di interessi.

Un tema inedito e in sintonia con le esigenze degli italiani, a volere ironizzare. Se ne parla da trent'anni esatti, da quando lo tsunami Berlusconi terremotò lo scenario internazionale come primo magnate alla guida di governo dopo decenni di professionisti della politica. Da allora sono stati lanciati proclami, provvedimenti più o meno stringenti, ma si riparte sempre da zero.

Il leader di Azione Carlo Calenda (nella foto) ha presentato ieri una proposta di legge al grido «l'Italia è fortemente inadempiente». Più che sanare un vuoto legislativo, l'iniziativa è già suonata maliziosamente come un micro regolamento di conti al centro per limitare le scorribande a pagamento del senatore Renzi in Arabia Saudita. Sono piccole schermaglie finalizzate a ritagliarsi uno spazio tra i moralizzatori, sempre utili in un Paese dove tutti denunciano (a casa d'altri) indebiti vantaggi patrimoniali. In parallelo tiene alta l'attenzione Repubblica, con la sua lista di proscrizione di cento politici italiani additati in pieno conflitto interessi. La materia resta effettivamente uno snodo delicato in democrazia: eventuali casi scabrosi, peraltro difficili da individuare, vanno perseguiti senza pregiudizi. L'approccio peggiore resta quello alimentato dalla cultura del sospetto, per cui qualsiasi politico che abbia un'attività o un reddito al di fuori dell'indennità parlamentare viene considerato automaticamente un imbroglione.

La vita di tutti i giorni è una giungla di

conflitti di interessi, dal dirigente della squadretta di calcio che può favorire il figlio al preside con la figlia che studia nel medesimo istituto. A Palazzo è ancora peggio, ma sempre a seconda di chi si vuole colpire.

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