Continua il botta e risposta al vetriolo tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo. Dopo la lettera inviata dal comico genovese alla leader dem Elly Schlein, è il turno del leader del Movimento 5 Stelle, che ai microfoni di Sky Tg24 ha paragonato l'ormai ex garante pentastellato a Luigi DI Maio: "Adesso è il momento del livore, del sarcasmo, delle offese, delle ingiurie. Io non posso competere su questo livello e non posso neppure competere con le battute, però se continuano così a Casaleggio e anche a Grillo gli verrà offerto un incarico più importante di quello che è stato offerto a Di Maio, perché c'è tutto un mondo che in questo momento sta godendo di tutti gli insulti, di tutte le ingiurie che ci vengono rivolte. Quando si trova qualcuno del nostro mondo che si presta a questa operazione, è triste dirlo, ma sicuramente ci sono tanti che stanno battendo le mani".
Forse stizzito dalle paginate dei giornali per l'affondo del rivale, Conte ha invitato i media a dedicarsi alle lettere di licenziamento a tutti gli operai di Stellantis ma non ha potuto eludere le domande sul futuro del Movimento. Negli ultimi giorni si è parlato di possibili fratture interne, ma l'autoproclamato avvocato del popolo finge serenità:"Non vedo il rischio scissione nel Movimento 5 stelle perché vedo una comunità che oggi si è alzata in piedi, alza la testa anche di fronte al garante e ha lavorato per definire nuovi obiettivi strategici. Dopo il processo costituente siamo una comunità completamente rinnovata, che piaccia o non piaccia".
Nonostante sia lontano dalla scena politica da diverso tempo, Grillo rappresenta una grande attrazione per molti pentastellati, ma anche in questo caso Conte non sembra preoccupato. "Se Beppe Grillo vuole provare a fare una nuova iniziativa politica, e nessuno glielo può impedire, faccia una fondazione, è sbagliato fare un'associazione di diritto privato, perché quella è una forza politica dove contano gli iscritti", la sua stoccata: "La fondazione può essere 'antidemocratica' e in una fondazione potrebbe fare ciò che vuole, ma un'associazione è una forza democratica".
Conte si è poi soffermato sulla linea del suo partito, in particolare sulla sua appartenza alla sinistra. "L'etichetta di sinistra oggi non significa nulla, perchè non solo in Italia ma anche all'estero se guardiamo quali sono le politiche perseguite da partiti tradizionalmente di sinistra ci si chiede che sinistra è questa, che politica progressista è questa?" la sua analisi. Per l'ex primo ministro molto spesso le sinistre fanno politiche neo liberiste, peggio di quelle della destra, restauratrici, conservatrici: "Sfiliamoci da questa contrapposizione sinistra-destra, abbiamo abbracciato la definizione di forza progressista, un'area assolutamente alternativa alla destra, con questa destra di governo non abbiamo nulla a che vedere". Non sono mancati i messaggi alla Schlein: "Visto che facciamo polemiche il Pd si è ritrovato in Europa a votare con Meloni, noi no.
È il Pd che vota con Meloni, sono gli europarlamentari del Pd che hanno votato con Meloni e non l'hanno fatto i Socialisti francesi e i Socialisti tedeschi, si poteva fare una scelta diversa. Noi non stiamo dicendo che vogliamo fare l'alternativa da soli. Noi vogliamo essere progressisti indipendenti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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