Le contraddizioni di Monti

Il Prof rifugge il centro, ma cerca i voti di Fini Casini; promette la difesa dei valori, ma non si esprime sui temi etici; cerca l'appoggio della società civile, ma per tredici mesi le ha voltato le spalle

Le contraddizioni di Monti

A lezione di politica da Mario Monti si impara a prendere una posizione e, subito dopo, a l'esatto opposto. Tanto che la coalizione che ha in mente il Professore punta a lasciarsi alle spalle "il vecchio schema politico che contrappone la destra e la sinistra", senza collocarsi però nello spettro politico e, tantomeno, facendosi incasellare nel Grande Centro. Purtroppo lo fa andando a elemosinare i voti di quelli che, per tradizione o convenienza, vengono comunemente definiti centristi. La formazione punta, inoltre, ad assumere un "carattere laico e pluralista" a tutela dei valori della libertà e della dignità della persona. Purtroppo, però, lo fa delegando ai singoli che dovranno muoversi secondo coscienza. Infine lo schieramento di Monti mira a costruire "un nuovo stilenel confronto politico e nella gestione pubblica" ascoltando la società civile. In un anno di governo tecnico, però, il Professore si è dimostrato sordo alle esigenze delle parti sociali e più in generale ai bisogni degli italiani.

Come è ormai di consuetudine, il premier dimissionario affida a Twitter un cinguettio per lanciare l'ultimo post dell'anno sul blog Agenda Monti, "Un movimento civico, popolare, responsabile". "Abbiamo deciso di offrire alle italiane e agli italiani la possibilità di dare il proprio voto ad una formazione politica diversa da quelle che hanno animato il ventennio della seconda repubblica, i cui risultati sono oggi di fronte agli occhi di tutti", spiega il Professore individuando la nuova formazione in un movimento che nasce dall’unione tra l’associazionismo civico e la politica più responsabile e che, raccolgliendo "il testimone dell’esperienza di governo" dei tecnici, intenda proseguirne il lavoro. Quello che Monti ha in mente, è appunto un movimento popolare teso a superare "il vecchio schema politico che contrappone una destra conservatrice o liberista a una sinistra progressista o statalista". Di centro, appunto. Le parole del Professore si allineano, infatti, ai sermoni più volte conclamati dal leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Eppure no, Monti non ama definirsi né "di centro" né "moderato". Non vuol finire nel grande calderone. Eppure, a ben guardare, nell'Armata Brancaleone - come l'ha definita nei giorni scorsi anche Silvio Berlusconi - sono confluiti proprio i centristi, gli orfani dello scudocrociato e buona parte del centrosinistra cattolico. Difficile girare intorno alle parole, ma dire che Pier Ferdinando Casini, Andrea Riccardi o Luca Cordero di Montezemolo non sono centristi, è quantomeno fuorviante. Certo, dentro all'accozzaglia, confluiranno anche esponenti politici che rischiano di scomparire dallo scenario politico (un esempio su tutti: Gianfranco Fini e i transfughi futuristi).

Monti, però, non intende collocarsi "al centro". Vuole essere super partes, abbracciare tutti gli italiani senza collocarsi politicamente in modo da "costituirsi come elemento di spinta per la trasformazione dell’Italia, in contrapposizione alle forze conservatrici, prone ad interessi particolari, a protezioni corporative o addirittura dichiaratamente anti-europeiste". Anche in questo caso, però la "nuova forza politica" che ha in mente il Professore è costretta a scendere ai patti con figure che calcano i palazzi romani da diversi anni. Non saranno certo Casini e Fini la fonte viva del rinnovamento montiano.

Proprio per riuscire a tenere insieme diverse anime, il premier dimissionario non può che puntare sul "carattere laico e pluralista della nuova formazione" senza, tuttavia, prendere una posizione netta rispetto a quei temi etici che, molto spesso, dividono trasversalmente non solo il parlamento, ma anche le forze politiche. "Laddove, su singole questioni di rilievo etico, si determinassero diversità di valutazione - spiega lo stesso Monti - ci si impegnerà a cercare insieme la soluzione più coerente con i valori della Costituzione, nella comune promozione della dignità della persona, ferma restando la libertà di coscienza". Insomma, il confronto e lo scontro sono solo posticipati. E questa è, in tutto e per tutto, una logica fortemente centrista che rimanda la sintesi per non scontentare e non chiarire, sin dall'inizio, la posizione che la formazione è decisa ad assumere.

Infine, nei propositi per l'anno nuovo, Monti spera in un nuovo stile nel confronto politico e nella gestione della cosa pubblica. "Se gli italiani ci affideranno il compito di governare il Paese, ci impegneremo a svolgere questo servizio secondo un modello di comportamento politico-amministrativo rigoroso", spiega il Professore in assoluta antitesi rispetto al silenzio dietro cui si è trincerato in conferenza stampa quando i media gli hanno chiesto conto delle accuse rivolte al ministro dell'Economia Vittorio Grilli sull'acquisto di un appartamento ai Parioli al di sotto dei prezzi di mercato.

Lo stesso silenzio dietro cui si è trincerato il Professore per tredici mesi mentre la società civile chiedeva politiche meno austere e l'abbassamento delle tasse. Adesso, però, Monti si dice pronto ad aprirsi "al più libero contributo della società civile".

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