Come 72 Iva, 450 Alcoa e 277 Termini Imerese: sono i 360mila i posti di lavoro persi nel settore delle costruzioni dall’inizio della crisi, secondo i calcoli fatti dall’Ance. "Un dato preoccupante - ha detto il presidente Paolo Buzzetti - considerando anche i comparti collegati, la perdita arriva a 550mila posti".
Complici la crisi economica e le politiche del governo Monti, la ripresa dell’edilizia non c'è stata e non ci sarà. Nemmeno nel 2013. La fase di caduta del settore non si fermerà. Anzi, segnerà una riduzione degli investimenti in costruzione del 3,8% in termini reali rispetto al 2012. Secondo le stime l’Osservatorio congiunturale dell’Ance, nel 2012 il calo degli investimenti, secondo l’Ance, è pari a -7,6%, più sostenuta che nel 2011 (-5,3%). "La tassazione sulla casa in Italia è la più alta d’Europa. L’Imu disincentiva gli affitti e mette in difficoltà chi ha comprato casa", ha spiegato Buzzetti invitando il governo a "invertire la rotta nei confronti del settore, altrimenti diventa accanimento nei confronti dell’edilizia che nessun governo europeo ha avuto". La diretta conseguenza? Nei primi nove mesi dell’anno le compravendite immobiliari sono crollate: -23,9%.
L’Ance ha indicato tra i motivi della negatività del mercato, la stretta dei mutui (-47,9% quelli erogati alle famiglie nel primo semestre) e l’Imu, "di fatto una patrimoniale che rischia di produrre effetti fortemente penalizzanti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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