Crollo senza fine dei 5 Stelle, precipitano al 10%

Dopo il pessimo 17% che Di Maio ottenne alle Europee del 2019 e un anno e mezzo più tardi il 15% "miracoloso" alle Politiche, la caduta libera del movimento di Conte fa sì che i grillini tocchino il risultato peggiore della loro storia in un'elezionie di portata nazionale

Crollo senza fine dei 5 Stelle, precipitano al 10%
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La disfatta era prevista, ma probabilmente non con un tracollo così tanto verso il basso che nemmeno tra i grillini più pessimisti ci si poteva aspettare. Il Movimento 5 Stelle sembrerebbe riuscire a superare malapena quota 10% alle elezioni europee, stando alle primissime proiezioni offerte dagli istituti di sondaggi di Rai, Mediaset e La7. Un flop totale senza "sè" e senza "ma" che, se venisse confermate dai voti scrutinati delle schede elettorali uscite dalle urne, mettere a questo punto seriamente a rischio il ruolo di Giuseppe Conte come capo politico dei pentastellati. Mai, infatti, i grillini avevano preso così pochi voti in un'elezione nazionale. Nemmeno in occasione delle consultazioni per il rinnovo dell'Europarlamento, che pure non sono mai state tradizionalmente il loro forte.

Se lo speciale TgLa7 di Enrico Mentana consegna a loro un ipotetico 10,6% (o 10,7% secondo Tecnè per "Quarta Repubblica") "Porta a Porta" dà a loro un timidissimo 10,5% che equivarrebbe ad appena un punto percentuale in più rispetto a Forza Italia, che un anno fa esatto veniva data per spacciata e impossibilitata addirittura a superare la sorra di sbarramento del 4% a seguito della scomparsa di Silvio Berlusconi. La situazione odierna parla in vece ben chiaro (e molto negativamente) per i 5 Stelle, oltre a sorridere al movimento di Antonio Tajani come quarto partito italiano più votato. Alle elezioni politiche del settembre 2022 avevano preso il 15,4% che - seppure decisamente inferiore rispetto al 33% ottenuto nel 2018 - era stato considerato quasi unanimemente come un buonissimo risultato in quanto il M5s era riuscito a compiere un'ottima rimonta dopo essere caduto nei sondaggi sotto la doppia cifra. Oggi, invece, il confronto è a dir poco impietoso. Tant'è che lo stesso ex presidente del Consiglio è costretto ad ammetterlo a caldo: "I giudizi dei cittadini sono inappellabili. Avvieremo una riflessione interna per capire le ragioni di un risultato che non è quello che ci aspettavamo", afferma nella conferenza stampa notturna.

La prestazione, in termini di consensi, si sta rivelando ben peggiore anche rispetto a quel 17% scarso che Luigi Di Maio dovette inghiottire alle Europee del 2019 come leader del Movimento e vicepresidente del Consiglio di un governo gialloverde che vide ribaltare completamente gli equilibri interni dopo il 34% della Lega di Matteo Salvini in quel 26 maggio. All'epoca l'attuale inviato speciale dell'Ue nel Golfo riuscì a resistere strenuamenete alla leadership: almeno fino al gennaio del 2020.

Ora per Conte, invece, potrebbe subito mettersi molto male, con la corrente direttamente riferibile a Virginia Raggi che sta già affilando metaforicamente i coltelli. Proprio l'ex sindaca di Roma venne esclusa dalle candidature di queste Europee e lei non la prese molto bene. Ora la vendetta sarebbe servita su un piatto freddissimo. Giuseppi ha i giorni contati?

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