Il 10 dicembre in tutto il mondo si celebra la Giornata mondiale dei diritti umani. Ma quale significato assume questa data oggi che il pianeta è attraversato da guerre e contrazioni della democrazia, fino ad arrivare alle dittature? Il mondo sembra viaggiare sull’orlo di un precipizio che si avvicina sempre di più. Ci sono situazioni che meritano maggiore attenzione, che influenzeranno gli equilibri geopolitici internazionali, ma esistono violazioni anche nella quotidianità di ciascuno, situazioni borderline sulle quali sarebbe necessario intervenire direttamente per ristabilire equilibri e diritti violati. Abbiamo chiesto alla senatrice Cinzia Pellegrino, responsabile del Dipartimento Tutela Vittime di Fratelli d’Italia, un quadro dell’attuale scenario planetario.
Senatrice, come valuta il quadro internazionale attuale sul fronte dei diritti umani?
"La situazione non è rosea, anzi. Esistono gravi crisi in ogni angolo del pianeta, a partire dal Sudamerica, dove ci sono realtà in cui ogni giorno i diritti dei cittadini vengono violati da regimi governativi antidemocratici. Stesso discorso in Cina, Myanmar, Iran. L’elenco potrebbe essere molto lungo".
Qual è la situazione in Sudamerica?
"La negazione dei diritti umani, delle libertà personali e della democrazia elettorale a Cuba sono ormai certificati da numerosi rapporti delle Ong. Ci sono infinite testimonianze sulle vessazioni e gli abusi che milioni di cittadini cubani sono costretti a subire, a causa della dittatura comunista che detiene ininterrottamente il potere nell’isola caraibica. L’isola è sempre più povera, priva di medicine, beni di prima necessità, case ed energia elettrica, nonostante la pioggia ingente di denaro che nel corso di questi decenni l’Occidente ha destinato alla Cooperazione nazionale con L’Avana. Dove sono finiti quei soldi? In Venezuela, poi… La struttura repressiva del governo continua a rappresentare una grave minaccia ai diritti umani della popolazione, soprattutto contro chi si schiera all’opposizione o viene percepito come tale. Maduro, come sempre fanno i dittatori, non ha accettato il verdetto delle elezioni e ora sta reprimendo l’opposizione. Ci sono numerosi italiani che vivono nel Paese e ci sono 13 italo-venezuelani reclusi".
Secondo lei come mai non si parla diffusamente di quanto accade a Cuba o in Venezuela?
"Forse non sono temi abbastanza 'instagrammabili'? La verità è che, trattandosi di dittature di stampo socialista-comunista, il moderno mainstream non ha particolare interesse a parlarne. Abbiamo alcuni gruppi in Itali, che hanno come mentori importanti docenti universitari, legati a doppio filo con la dittatura di Maduro e che cercano di avvicinare i giovani alla sua politica, sostenendola. Un esempio è la 'Rete dei comunisti', con le sue frange giovanili di Osa e Cambiare Rotta, che non esitano a spingere la sua propaganda nel nostro Paese, soprattutto nelle scuole e nelle università. Sono già stati svariate volte in Venezuela per partecipare alle convention del suo partito e nelle manifestazioni nel nostro Paese portano le sue bandiere. Il quadro, in tal senso, è preoccupante".
L’Italia può, in qualche modo, fare la propria parte in questo contesto?
"Fratelli d'Italia lavora, e continuerà a farlo, per portare la voce dei rifugiati politici cubani alle istituzioni europee e internazionali, affinché l’oppressione a Cuba finisca. Inoltre, voglio esprimere personalmente ampia soddisfazione per l’interessamento e l’impegno della Farnesina per i nostri connazionali in Venezuela. L’Italia è schierata senza ambiguità dalla parte del popolo, della verità e della democrazia".
Ci sono anche altre situazioni a rischio. Cosa può dire della Cina?
"Anche lì la situazione è critica. La firma del protocollo d'intesa del 2019 di adesione alla 'Belt and Road' fu un errore. Non si tenne conto di molti eventi tra cui la repressione cinese degli attivisti di Hong Kong, la discriminazione contro gli uiguri e altre minoranze, come anche la persecuzione sistematica tesa a sradicare il movimento religioso Falun Gong, la posizione ambigua sull'invasione russa dell'Ucraina e le ripetute dimostrazioni di forza contro Taiwan. Ma ci sono anche altri Paesi dove i diritti umani vengono metodicamente violati, spesso nel silenzio del resto del mondo".
Per esempio?
"Ce ne sono tanti. In Iran, il Consiglio dei Guardiani, nonché l’organo costituzionale deputato ad esprimere il giudizio di compatibilità dei provvedimenti con le norme islamiche, ha ratificato una nuova legge sulla 'protezione della famiglia tramite la promozione della cultura della castità e dell’hijab'. Sa cosa significa? Che sono state inasprite le sanzioni, già disumane, per le donne che non indossano il velo, le quali vengono private della propria dignità di esseri umani. Ma le potrei parlare anche del Pakistan, dove la persecuzione della comunità cristiana, a causa della locale legge sulla blasfemia e delle conversioni forzate, ha raggiunto livelli insostenibili. L'accusa di blasfemia è diventata la scorciatoia per vendette e regolamenti di conti. In Myanmar, poi, pare che il regime abbia piazzato mine intorno ai campi per sfollati interni, e che avvii un reclutamento forzato di persone, compresi bambini, appartenenti a minoranze etniche da parte delle Forze armate. Ma abbiamo esempi di violazioni anche dentro la democratica Europa".
Immagino si riferisca alla situazione in Ucraina...
"Sì, ma non solo. In Ucraina da quasi tre anni i russi imperversano comprimendo la libertà dei cittadini, commettendo gravissimi crimini di guerra. Vi è tutto il nostro supporto alla causa ucraina, perché l'Italia non può che essere da una sola parte, quella della libertà e della democrazia. In un clima di crescente tensione internazionale, è fondamentale ribadire quanto su questi principi si basino la sicurezza e la prosperità dell’intera Europa: essere al fianco del popolo ucraino è dunque oggi per noi un dovere morale. Il governo ha già avviato interventi concreti sul terreno ma l’impegno italiano non si esaurisce a livello nazionale. Al vertice del G7 in Puglia, infatti, i Paesi membri hanno concordato di mettere a disposizione circa 50 miliardi di dollari in finanziamenti per l’Ucraina entro la fine del 2024, per favorire la ripresa dell’economia ucraina e la ricostruzione delle sue infrastrutture. L’Ucraina deve rinascere in tutto il suo splendore, e l’Italia ci sarà".
In Europa qual è l'altro Paese che la preoccupa?
"Anche se viene spesso dimenticato, esiste un problema di diritti umani in Bielorussia: tra poco più di un mese, il 26 gennaio 2025, ci saranno le elezioni presidenziali dal risultato già scritto. Sembrano solo un teatrino messo in scena da Lukashenko, al potere ininterrottamente dal 1994 e corresponsabile dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Non avrà ostacolo alcuno poiché l’opposizione democratica guidata da Sviatlana Tsikhanouskaya è stata bandita e costretta all’esilio. Vi è anche il divieto per i bielorussi all’estero di partecipare al voto. La comunità internazionale deve rifiutare questa farsa e continuare a spingere per un vero cambiamento democratico. Però vorrei cogliere l’occasione di questa giornata per parlare anche di altre violazioni, che ci riguardano ancora più da vicino, che spesso incrociamo nella quotidianità senza nemmeno rendercene conto".
Di cosa parla?
"Esistono violazioni dei diritti umani in casa nostra. Le parlo, per esempio, dei genitori che vengono privati dell’affetto dei figli, e viceversa, quando i bambini vengono usati, mi consenta la crudezza dell’espressione, come “merce di scambio” in una situazione di separazione conflittuale. Ci sono, poi, le violenze contro gli uomini, di cui si parla ancora troppo poco: eppure esistono e hanno conseguenze dolorose. Capita anche che siano gli uomini a essere oggetto di abusi da parte delle ex, a volte così efferate da distruggere la loro vita per sempre. Sa perché, nonostante i casi esistano, vengono taciuti? Perché da un lato c’è ancora lo stereotipo dell’uomo come parte forte di una coppia e dall’altra ci sono i movimenti femministi che non vogliono abbandonare il primato ideologico e mettere in discussione gli interessi economici. Ma vorrei sottolineare anche quanto accaduto nel 2020, durante la pandemia, quando le famiglie hanno vissuto il dramma dei parenti morti Covid ai quali non hanno mai potuto dare l’ultimo saluto".
Qual è la posizione di Fratelli d’Italia in relazione a tutto questo?
"Stiamo lavorando su tutti i fronti aperti. Continueremo a impegnarci perché a vent’anni dalla legge sull’affido condiviso c’è ancora molto da fare per la sua concreta applicazione. Bisogna insistere in ogni sede sull’imprescindibile coinvolgimento di entrambi i genitori nel processo affettivo e di crescita dei figli. Continueremo a rivolgere le nostre attenzioni a tutti i tipi di violenza di genere, per garantire eguali dignità a tutte le vittime, senza distinzioni e senza discriminazioni. E non smetteremo di porci domande sui protocolli attuati durante la pandemia. Mi auguro che presto si arrivi a delle risposte, poiché i familiari delle vittime attendono ancora la verità, così come tutti gli italiani. La necessità di fare luce su quei tempi bui è imperativa, oggi più che mai. Capire a fondo le dinamiche e le conseguenze che hanno condotto a tali perdite è cruciale per assicurare che tragedie di tale entità non si verifichino mai. Soprattutto è importante trovare quelle risposte per costruire sistemi sanitari e di emergenza più resilienti e preparati".
Non abbiamo ancora affrontato il tema della violenza sulle donne. Cosa può dirmi in merito?
"Fratelli d’Italia è stato l’unico partito che, grazie alla sensibilità e all’intuizione della presidente Meloni, ha dedicato un proprio dipartimento al tema delle vittime di violenza, che io ho l’onore e il privilegio di guidare. Abbiamo voluto portare le indagini e le proposte emerse in questi anni nell’esperienza di governo. Infatti, negli ultimi due anni, tra le tante iniziative intraprese dall’esecutivo, abbiamo provveduto a migliorare il Codice Rosso e a rifinanziare tutte le attività di tutela, come i centri antiviolenza, le case rifugio e il reddito di libertà. Ma abbiamo anche promosso il microcredito di libertà, che dà la possibilità alle donne di ottenere prestiti a fondo perduto fino a 10mila euro per spese contingenti e prestiti fino a 50mila euro per avviare una propria attività imprenditoriale. Il lavoro è libertà e noi vogliamo che le donne siano indipendenti e parte attiva della società. La Legge di Bilancio 2024 ha rinnovato per il triennio 2024-2026 una misura agevolativa destinata ai datori di lavoro che assumono donne disoccupate vittime di violenza, beneficiarie della misura del reddito di libertà. Il governo Meloni è stato propulsore di misure molto più efficaci di quelle esistenti, e continuerà a lavorare per rendere sempre più tangibile la lotta a questo pericoloso fenomeno".
In conclusione, cosa rappresenta il 10 dicembre?
"Dev’essere una giornata in cui viene acceso un faro su tutte le violazioni dei diritti umani. C’è la tendenza a farlo selettivamente, scegliendo solo quelle utili a una narrazione invece che a un’altra.
Noi, come Fratelli d’Italia, abbiamo l’obiettivo di prestare la medesima attenzione a tutte le vittime, qualunque sia il loro genere e la loro storia personale. Ogni vittima ha uguale dignità e lavoriamo in questa direzione, con interventi concreti e pragmatici, che caratterizzano l’operato del governo Meloni fin dal suo insediamento".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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