Dai comici ai sindaci, tutta la sinistra rosica per l'aeroporto dedicato a Silvio Berlusconi

Gli esponenti, civili e politici, della sinistra sembrano incapaci di accettere la decisione, assunta nel rispetto dei procedimenti, di intitolare lo scalo di Malpensa al Cavaliere

Dai comici ai sindaci, tutta la sinistra rosica per l'aeroporto dedicato a Silvio Berlusconi
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Chissà quanto si sarebbe divertito, Silvio Berlusconi, nell'assistere alle vibranti proteste per l'intitolazione dell'aeroporto di Milano-Malpensa. Avrebbe sicuramente fatto qualche battuta delle sue, non si sarebbe fatto scappare questa occasione per punzecchiare i "comunisti", sempre pronti alle loro battaglie contro i mulini a vento. La Regione Lombardia ha avanzato la proposta di intitolare l'aeroporto di Malpensa al Cavaliere oltre un anno fa, effettuando anche una votazione in Consiglio regionale che ha ottenuto la maggioranza, e loro si rendono conto di questa intenzione solamente quando l'Enac ha votato a sua volta la decisione a maggioranza. Ora che tutto è fatto, che manca solamente le firma del ministro per concludere il processo, decidono di indire raccolte firme e di parlare. Strano mondo, quello della sinistra.

Sono circa 30mila le persone che hanno firmato la petizione per opporsi all'intitolazione dell'aeroporto lombardo al Cavaliere, con tanto di controproposte fiorenti, come da indicazione del Pd, da presentare all'Enac. L'allergia alla democrazia e ai suoi meccanismi è evidentemente difficile da contenere, ma loro ci provano comunque. Dev'essere intollerabile per loro il pensiero di dover partire e atterrare all'aeroporto Silvio Berlusconi. "Sono completamente contrario all’idea che Malpensa possa essere dedicata a Berlusconi, Un politico pessimo, controverso, che ha diviso l’Italia", è il profondo pensiero, affidato a La Repubblica, in merito a Malpensa di Cochi Ponzoni, metà del duo Cochi e Renato.

Anche Beppe Sala non ha potuto fare a meno di dire la sua, d'altronde è colui che si è fermamente opposto a qualunque tipo di intitolazione toponomastica per Berlusconi. E da questo rifiuto è nata poi l'idea di intitolargli l'aeroporto: forse si sente un po' in colpa verso i "compagni" in tal senso. "In Italia non esistono più due cose: un minimo di rispetto del garbo istituzionale e l'indipendenza degli enti pubblici", è la rimostranza del primo cittadino, secondo il quale sarebbe dovuta essere interpellata anche Sea, la partecipata del Comune di Milano a Malpensa.

Ma la decisione, dopo tutto, spetta a Enac e il suo Consiglio di amministrazione ha votato. "Io non faccio alcuna controproposta, dico che una cosa del genere va discussa e vanno capite le conseguenze", ha proseguito Sala, cercando di far leva sulla reputazione dell'aeroporto. Come se i passeggeri decidessero in base al nome se fruire, o meno, di un aeroporto. Ma, forse, conoscendo il modo di pensare di molti esponenti della sinistra, il dubbio ci potrebbe stare.

Sul tema si sono espresse anche le Ong tedesche, rendendo nota la propria contrarietà, mentre un consigliere comunale di Biella, per altro vicepresidente del Consiglio in forza Pd, ha dichiarato che invece dell'aeroporto sarebbe stato meglio intitolare al Cav "un centro massaggi con happy ending" oppure "un luogo predisposto per le orge". Ma la domanda è sempre la stessa, perché la sinistra avana la pretesa decisionale anche quando è in una posizione di minoranza?

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