Niente cravatta, qui si fa la rivoluzione. Lo Sgarbi che si presenta a Palazzo Ferrajoli per lanciare il «Partito della Rivoluzione, Laboratorio Sgarbi» è quello migliore, da battaglia, senza fronzoli. Camicia bianca e classico pallore, si fa attendere una mezz’oretta. Fa caldo, l’avvocato Taormina e il vecchio amico Sforza Ruspoli scalpitano. Eccolo, sogghigna: «Sono qui per sodomizzare il potere dei c... ». Qualche microfono arretra, lui no, avanza. Aveva promesso di parlare di programma elettorale rivoluzionario e comincia citando Pasolini, il nuovo soggetto politico nasce sotto una buona stella. «Pasolini è il punto di riferimento per i rivoluzionari, disse più volte che il parlamento è la sede dei vizi e dell’incapacità, ed è ancora così». Cita anche Benedetto Croce: «Capì che il vero politico è quello capace. Oggi al comando c’è una banda di inetti».
Una rivoluzione, la sua, che brinda alla vita. Vittorio ne sa qualcosa. E allora vai con la riapertura delle case chiuse, abrogando la legge Merlin e facilitando il ritorno alla vita di un tempo, «quando i nostri nonni, la sera, si ritiravano a casa felici, in pace con l’universo mondo,con le endorfine che giravano meravigliosamente, bei tempi quelli dei bordelli». Si vivrebbe meglio anche entrando a scuola «in orari decenti, senza levatacce e comunque mai prima delle dieci ». O allungando le vacanze estive «fino all’1 ottobre per dar modo di scaglionare meglio le ferie degli italiani ». C’è anche l’idea meravigliosa di reintrodurre il doppio prezzo lira- euro a tutti i prodotti, per consentire ai consumatori «di tutelarsi dalla speculazione sui prezzi» e di «limitare al 35 per cento la pressione fiscale». Ricette semplici per ridare serenità a un popolo sull’orlo dell’austerity. Nel programma cerchietto rosso alla diffusione del modello Slow Food per l’economia italiana. Lui ci crede davvero. «Uno stile di vita più sobrio- spiega- nel rispetto della natura, della qualità dei prodotti agroalimentari e del consumo di prodotti a chilometri zero». L’antiGrillo di idee ne ha a iosa. Sgarbi sogna un bel ministero del tesoro dei Beni culturali, «perché qua dentro, tra vasi, quadri e tovaglie c’è più roba di valore di una Ferrari, ve ne siete accorti?». E promette di battersi per l’abolizione delle Regioni, inutile spreco di denaro. Rivoluzione. Ma se gli parli dei politici, di questi politici qua si innervosisce. E giù botte. «Vendola? Sta devastando la meravigliosa-Puglia con le sue pale eoliche e sta distruggendo i campi di coltivazione con i pannelli fotovoltaici ». «Bersani? È incapace di guidare la futura sinistra».
Meglio tornare alle strategie elettorali. «In Italia ci sono due partiti. Basta, il modello americano non funziona più, troppa gente, troppe liti, troppe pressioni e le alleanze diventano una prigione ». Già, le alleanze. Sgarbi auspica un centrodestra più forte, «anche se io con la destra centro poco». L’obiettivo è «arrivare a sei, sette liste battagliere. Al limite ci si può accordare anche con i radicali». Quanto al Cavaliere «dovrebbe limitarsi a fare il segretario del Pdl ». Un piano politico quello di Sgarbi che dovrebbe garantire almeno un 10 per cento dei consensi piazzandosi subito dietro la lista dell’aquilone tricolore,quella di Silvio Berlusconi.
class="abody" style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', Times, serif; font-size: medium; line-height: 24px; text-align: justify;">L’appuntamento con Vittorio Sgarbi è per il 23 al teatro Del Verme di Milano.
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