La Cgil ha un modo tutto particolare di ponderare le proprie decisioni anti-governative. Il meccanismo targato Maurizio Landini, a ben vedere, funziona al contrario: prima si decide il giorno della manifestazione di piazza e poi, solo in un secondo momento, si entra nel merito dei dossier. La piazza della "ribellione" preventiva contro la prossima legge di Bilancio è già fissata: la data da segnare in rosso sul calendario è il 7 ottobre, a Roma. Manca solo un piccolo particolare: la manovra finanziaria del governo.
Non a caso, nelle ultime ore, il premier Giorgia Meloni ha parlato esplicitamente di “manifestazioni a priori” contro l’esecutivo e attacchi “privi di merito”. Una risposta, per nulla velata, ai vertici del sindacato rosso e alle forze di opposizione pregiudiziale. “Quando tu hai uno dei principali sindacati italiani che convoca una manifestazione prima che la legge di bilancio sia scritta – ha assicurato la leader di Fratelli d’Italia – sai che non è un tema di merito, ma di opposizione pregiudiziale”. Lo stesso fervore ideologico che alimenta, anche nella sua ultima intervista a La Stampa, il segretario Maurizio Landini.
Le risposte del numero uno della Cgil sono un mix di attacchi fuori misura, critiche scomposte e strilla anti-esecutivo.“Se il governo, anziché chiudersi nei resort, ascoltasse quello che dicono le persone – esordisce Landini – che non possono andare in vacanza e quelle che hanno dovuto ridurle capirebbe che la piazza del 7 ottobre a Roma sarà piena”. Al segretario della Cgil sfugge un piccolo particolare: la legge di Bilancio, a meno di rivoluzioni parlamentari in atto, dovrà essere scritta da settembre e presentata entro la fine di quest’anno. Il paradosso logico e politico non mette in difficoltà il segretario “rosso” che controbatte:“Il momento di mobilitarsi è questo”. E rilancia: “Vogliamo indicare al governo e al paese la via maestra del cambiamento”. La domanda, allora, sorge spontanea: chi ha eletto Maurizio Landini a nuovo leader di opposizione? Al fine di dettare una linea politica al Paese è necessario, ma forse non sufficiente, essere eletti dai cittadini. Per essere eletti è necessario candidarsi. La strada non permette scorciatoie.
La piazza di ottobre della Cgil, del tutto legittima, come abbiamo visto nasconde un grosso deficit politico. Niente da fare, Landini non fa passi indietro: “Mi aspetto una grande manifestazione intergenerazionale. Il momento in cui le persone diventano protagonista del cambiamento, nell’indisponibilità ad accettare l’attuale livello di ingiustizia sociale. Dobbiamo ribellarci”. Il grido del sindacato rosso è pregno di pericolosa demagogia.
“Non abbiamo intenzione di fermarci. Valuteremo tutti gli strumenti, anche il referendum”. Il fronte rosso, da Giuseppe Conte a Elly Schlein, è già pronto a fare quadrato intorno al “nuovo” leader delle opposizioni: Maurizio Landini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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