"Non chiamatemi Lady Franceschini". Forse non aveva tutti i torti Michaela Di Biase a non apprezzare questo soprannome che – secondo lei – offuscherebbe la propria autonomia e carriera politica. Un diktat, il suo, che certamente può consolidarsi di significato dalla sorprendente vittoria di Elly Schlein alle primarie del Partito Democratico: se c'è stata infatti una regista che ha determinato il successo dell'ex europarlamentare, a discapito di Stefano Bonaccini, quella è proprio di Biase. È stata infatti lei, secondo quello che riportano diversi retroscena, a portare il marito sulle orme di Schlein. Una scelta messa in chiaro con il sostegno alla mozione della compagna deputata.
La foto che immortala Schlein e Di Biase è destinata in qualche modo a restare negli archivi del Pd di Roma. La prima, fresca vincitrice della sfida a segretario vestita in jeans, sneakers bianche e giaccone, entra nella sede del comitato elettorale sulla Prenestina e abbraccia la collega onorevole in tailleur. La stretta dura pochi secondi, ma segna l'inizio della rivoluzione: in una città dove le correnti soffiano sempre fortissimo e i malumori locali fanno presto a trasformarsi mal di pancia nazionali, Schlein potrà fare affidamento su una persona che conosce tutti gli ingranaggi del partito nel minimo dettaglio, compresa la sua immarcescibile tendenza al complotto e alla lotta intestina.
Chi è Michela Di Biase, prima sostenitrice di Schlein
Classe 1980, Di Biase cresce a Roma, nel quartiere Alessandrino: si diploma al liceo classico Benedetto da Norcia a Centocelle, svolge il servizio civile e consegue la laurea in storia e conservazione del patrimonio artistico presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi Roma Tre. Milita nei Ds, con cui nel 2006 viene eletta al consiglio del municipio VII di Roma; qua si occuperà di politiche giovanili e pari opportunità. Viene riconfermata nello steso municipio anche alle amministrative del 2008 e diventa la capogruppo del neonato Partito Democratico. Passano cinque anni ed ecco il suo ingresso nell'Assemblea Capitolina, risultando eletta con circa 4.528 preferenze per il consiglio comunale. In Campidoglio ci resterà – in maggioranza con Ignazio Marino e all'opposizione con Virginia Raggi – fino al 2018, quando migrerà in Regione Lazio al fianco del governatore ed ex segretario Nicola Zingaretti. Nel settembre 2022 entra in Parlamento, eletta alla Camera come capolista nel collegio plurinominale Lazio 1 – 02 per il Pd.
Il suo percorso è quindi netto, sempre stabilmente dalla parte di AreaDem, la corrente fondata da Dario Franceschini con cui si sposa a Sutri (Viterbo) nel 2014. I due avranno una figlia: Irene. Quando i giornali ribattezzano Michela Di Biase "Lady Franceschini", la deputata respingerà questa etichetta con queste motivazioni: "È un soprannome frutto di una cultura maschilista che vuole raccontare le donne non attraverso il loro lavoro ma attraverso l'uomo che hanno accanto".
In effetti, visto il lavoro di convincimento che ha svolto nei confronti dell'ex ministro della Cultura affinché quest'ultimo sostenesse la Schlein, sarebbe giusto che per questa volta sia Dario Franceschini a essere nominato come "Mister Di Biase".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.