Mai più "amichettismo": la lezione di Meloni ai "protetti" della sinistra

Levata di scudi dem contro il premier Meloni. Ma il livore dimostra che il presidente del consiglio ha centrato il punto: da Fabio Fazio a Chiara Ferragni sono numerosi gli "amichetti" difesi dal Pd

Mai più "amichettismo": la lezione di Meloni ai "protetti" della sinistra
00:00 00:00

"Delegittimare l'informazione è un passo verso il baratro. L'attacco pubblico della presidente del Consiglio a Repubblica non trova giustificazioni". Così Sandro Ruotolo, responsabile informazione del Pd, intercettato davanti a Montecitorio dai giornalisti spiega che i dem sono al fianco della redazione di Repubblica e per la difesa dell'articolo 21 della Costituzione.

"Siamo convinti che non vi farete intimidire dalla leader del partito più di destra del nostro Paese. Ci troverete al vostro fianco nella battaglia contro la censura", dice Ruotolo riferendosi ai cronisti di Rep. Una presa di posizione netta a favore più degli amici che della libertà d'informazione. "Certo, sono amici. Anzi, amichetti...", è uno dei commenti più piccanti che arriva da Montecitorio. E, in effetti, se si riavvolge brevemente il nastro degli ultimi mesi la sinistra, che ha sempre occupato tutti i gangli di questo Paese, si è subito spesa a difendere a spada tratta il proprio circolo di amici.

Che si tratti di Chiara Ferragni, di Corrado Augias, di Lucia Annunziata o di Fabio Fazio fa poca differenza. Sul conduttore di Che tempo che fa, per esempio, Debora Serracchiani usò parole durissime: "La scelta della Rai che non rinnova il contratto a Fabio Fazio, dopo 30 anni e nonostante gli ottimi ascolti, è una scelta che penalizza il pubblico che paga il canone e che non risponde a una logica industriale, ma politica. Quella dell'epurazione di coloro che non sono organici al nuovo corso sovranista". Poco importa se Fazio ha lasciato la Rai per un contratto milionario con Discovery oppure che i dirigenti che non si sono attivati per prolungargli il contratto non erano quelli che sono stati, successivamente, nominati dal centrodestra. All'epoca l'amministratore delegato della Rai era Carlo Fuortes, nominato amministratore delegato della Rai da Mario Draghi nel 2021.

E che dire del caso Ferragni? Elly Schlein, sempre timida nel prendere posizioni, si è schierata al fianco della nota influencer milanese. "La legge vale per tutti. Se ha sbagliato pagherà", è stata la doverosa premessa fatta dalla segretaria del Pd nel corso di Piazzapulita, la trasmissione di Corrado Formigli, che poi aveva aggiunto: "C'è sempre un nemico, per distrarre l'attenzione da quello che loro stanno facendo di male al Paese". Il Pd, anche quando Lucia Annunziata e Corrado Augias hanno dichiarato di volersene andare dalla Rai, ha criticato la lottizzazione della tivù di Stato e ha tirato fuori il solito mantra: "la Rai sta diventando 'TeleMeloni'".

L'importante è difendere lo status quo e, quindi, se in Rai, alla Biennale di Venezia o al Teatro di Roma (dove il presidente uscente è Francesco Siciliano, ex viceresponsabile cultura del Pd) vengono nominati degli intellettuali non vicini alla sinistra, nel Pd scatta subito l'allarme.

E, anche in questo caso, gli accusatori della Meloni probabilmente hanno una memoria molto corta e hanno già dimenticato il modo in cui Antonio Monda, uno dei massimi esperti di fama internazionale, è stato sostituito da direttore artistico della Festa del cinema di Roma dopo aver avuto una serie di dissidi con la sorella dell'uomo forte del Pd a Roma, l'ex eurodeputato Goffredo Bettini...

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica