Elezioni europee 1994: il bis ravvicinato di Berlusconi e la fine politica di Occhetto

Nell'anno della discesa in campo del Cavaliere, il 12 giugno la neonata Forza Italia aumenterà subito i propri consensi (dopo le Politiche di marzo) in occasione del rinnovo dell'Europarlamento: quel 30% abbondante non servirà tuttavia a blindare il governo di centrodestra

Elezioni europee 1994: il bis ravvicinato di Berlusconi e la fine politica di Occhetto
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La guerra nei Balcani e in Somalia, la vittoria di Nelson Mandela in Sudafrica, il genocidio in Ruanda, le tragiche morti di Ilaria Alpi, Don Beppe Diana e Agostino Di Bartolomei, gli addii a Domenico Modugno, Gian Maria Volonté, Massimo Troisi, Ayrton Senna e Kurt Kobain; la vittoria sfiorata dall'Italia ai Mondiali negli Usa, il primo Macintosh, la nascita della Playstation e l'uscita al cinema di film capolavoro come "Schindler's List", "Forrest Gump", "Il corvo", "Le ali della libertà", "Leon", "Pulp fiction" e "Il postino". Tanti sono stati gli eventi che hanno caratterizzato l'anno solare il 1994 a livello geopolitico e di costume. Per quanto riguarda invece la politica del nostro Paese, non c'è dubbio alcuno che il panorama parlamentare e istituzionale abbia visto un grande episodio cruciale di rottura: la discesa in campo di Silvio Berlusconi, vincitore nel voto nazionale su Camera e Senato e (se possibile ancora di più) nelle elezioni europee.

Le urne aperte il 27-28 marzo per la XII legislatura hanno segnato una tappa decisiva della transizione dalla Prima alla Seconda Repubblica. Per la prima volta dal 1948 i cittadini italiani si sono recati alle urne in un contesto inedito: nuovi partiti, nuovi leader e nuove alleanze che rimpiazzano il vecchio sistema politico collassato sotto il peso dello scandalo di Tangentopoli. La scissione della Democrazia Cristiana determina la fine di uno storico partito di massa, rimasto al governo ininterrottamente per quasi cinquant'anni, unico caso tra le democrazie europee. Ed è qua che si inserisce l'avvento di una nuova formazione di centrodestra: Forza Italia. Il nuovo soggetto politico raccoglie sin da subito consensi da varie correnti orfane del vecchio Pentapartito, in particolare democristiani, liberali e socialisti. Nella quota proporzionale la neonata FI risulta il primo partito con il 21% dei consensi, seguito a ruota dal Pds, al 20,3%. Nel maggioritario il centrodestra (con dentro anche Lega Nord e Alleanza Nazionale-Msi) conquista un totale di 302 collegi su 475. Berlusconi viene nominato presidente del Consiglio a maggio, anche se il suo primo governo durerà appena sette mesi.

Tuttavia è proprio in questo breve periodo di interregno del Cavaliere che si svolgono "a caldo" anche le prime elezioni europee dopo la caduta del muro di Berlino e la fine dell'Unione Sovietica, con uno scenario che diventa quindi completamente diverso rispetto a quello lasciato cinque anni prima. Qua, infatti, la parola "comunista" sparisce dai radar sia italiani sia europei (perlomeno per quanto riguarda le formazioni politiche più importanti). Nel nostro Paese, il 12 giugno 1994, si era ancora nel periodo di "luna di miele" tra il governo e gli elettori e quelle europee rappresentano un'ulteriore ratifica della vittoria elettorale del principale partito dell'esecutivo che assume delle dimensioni tanto spettacolari quanto inaspettate. Forza Italia vola al 30,6% (10.089.139 voti assoluti) e deciderà di formare un gruppo a sé stante e di breve durata (Forza Europa) che poi si unirà all'Alleanza Democratica Europea nel 1995 per costituire il gruppo "Unione per l'Europa". A livello internazionale, nonostante che i membri dei Democratici Europei si fossero uniti al Partito Popolare Europeo, quest'ultimo non riuscì ancora una volta a diventare il partito maggiore: posizione che detenne il Partito Socialismo Europeo con 41 seggi di vantaggio sul PPE.

Il doppio battesimo trionfale consecutivo del movimento azzurro contribuisce a confermare il successo del centrodestra stante anche il 12,4% di An (+7% rispetto al 1989) e il 6,5% della Lega Nord (+4,7%). Uno degli effetti paradossali di questa tornata elettorale è, pur consolidando la posizione di Fi all’interno del sistema politico, la caduta di quello stesso governo Berlusconi poco prima di Natale a causa delle forti tensioni esistenti tra il Cavaliere e Umberto Bossi. Sul versante opposto, non andò meglio: il Partito Democratico della Sinistra scese al 19,1% dei voti delle europee.

Per quanto non si trattasse di un crollo drammatico, che probabilmente rifletteva un disorientamento diffuso nell'elettorato dovuto all'inaspettata sconfitta alle precedenti Politiche, anche il risultato dei post-comunisti produsse dei rilevanti effetti collaterali: le dimissioni del segretario Achille Occhetto e una nuova guida politica all'interno del partito, targata Massimo D'Alema, che di lì a poco avrebbe ridisegnato la configurazione della coalizione di centrosinistra.

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