Michele Emiliano stamattina si è presentato in una scuola dell’infanzia per l’inaugurazione dell’anno scolastico. Ma non ha scelto una scuola a caso. Guarda caso ha scelto proprio quella scuola che ha obbligato i bambini di tre anni ad usare il grembiule no gender, vietando i classici grembiuli blu per i maschietti e rosa per le femminucce. In quella scuola il genere, sin dai tre anni, non esiste più: grembiule neutro per tutti.
“Ho scelto questa scuola - ha spiegato Emiliano - per incoraggiare preside, corpo docente e consiglieri a esercitare la libertà, e per confortarli un po' dallo choc mediatico imprevisto che hanno dovuto scontare per la vicenda dei grembiuli”. Non è un caso, dunque, che tra migliaia di istituti scolastici pugliesi, Emiliano abbia scelto proprio quello no gender.
Del resto anche il presidente del Consiglio regionale, e vicepresidente nazionale del Pd, Loredana Capone, aveva sponsorizzato l’iniziativa, celebrando il superamento del “blu simbolo di forza per i maschi, e rosa di debolezza per le donne”.
L’iniziativa dei grembiuli no gender, com'è evidente, è totalmente politica, tant’è che l'idea è stata della commissione pari opportunità del Comune di Guagnano, che l’ha proposta al collegio docenti, con l’obiettivo di superare le differenze di genere e “l’importanza di superare gli stereotipi di genere fin dall’infanzia, promuovendo una cultura inclusiva dove ogni bambino si senta libero di esprimere la propria identità senza vincoli legati al colore”.
E infatti stamattina la Commissione ha subito condiviso sui social la foto di Emiliano che taglia il nastro utilizzando lo schwa per la parola “bambini”.
La proposta è subito stata accolta dal collegio docenti, e fatta propria dal dirigente scolastico Michele Serra per “coltivare una mentalità più aperta e inclusiva, preparando cittadini e cittadine consapevoli e sensibili alle tematiche di genere, requisiti cruciali perla costruzione di una società più equa e rispettosa. Tutti noi vogliamo che i nostri bambini crescano liberi da stereotipi di genere, sviluppando rispetto reciproco e consapevolezza della diversità”, ha dichiarato il dirigente scolastico. Per il preside si tratta di una scelta educativa che “mira a formare cittadini che valorizzino l’individualità e l’inclusione. Siamo convinti che questa iniziativa contribuirà a creare un ambiente scolastico più equo e inclusivo, dove ogni bambino possa sentirsi libero di esprimersi senza condizionamenti”.
Tutto questo sui bambini di tre anni. Contrario il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Galeazzo Bignami: “Il grembiule verde per combattere gli stereotipi di genere? No grazie – ha scritto il dirigente di Fratelli d'Italia -. Qualche dirigente scolastico sta proponendo questa roba. Da brividi. Basta con queste follie. Giù le mani dai nostri bambini. Fuori la teoria gender dalle nostre scuole”.
Fortemente contrario all'iniziativa anche il deputato leccese di Fdl Saverio Congedo: “Mi auguro – ha evidenziato – che non sia un primo passo per inserire l’inesistenza delle differenze naturali uomo-donna nell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche. Occorre vigilare per scongiurare un approccio ideologico nelle scuole, che miri a educare le nuove generazioni all'annullamento delle differenze di genere, considerato che ogni forma di inclusione, di contrasto alla violenza di genere, di insegnamento alla cultura del rispetto non può prescindere proprio dalla conoscenza e dall'accoglimento delle diversità".
Contraria anche la garante nazionale per la parità di genere, Filomena D'Antini, secondo cui si tratta di un’iniziativa fuorviante: “La parità di genere non si ottiene con un colore neutro. Il compito della scuola è formare e istruire, non appiattire le differenze. Non sarà un grembiule a risolvere la questione delle diversità e a salvaguardare i diritti delle donne. Serve implementare l’educazione civica in modo più incisivo, con un insegnante dedicato e un monte ore adeguato”.
Ma anche a Guagnano i malumori non mancano. I consiglieri di Fdl sono intervenuti in rappresentanza di tutti i genitori contrari al grembiule no gender: “Ribadiamo la nostra contrarietà a quest’iniziativa poiché riteniamo che la scuola dovrebbe incentivare l’integrazione e l’inclusione e non ideologismi politici di genere.
I bambini vanno educati alle diversità; ai bambini vanno insegnati i concetti di inclusione, integrazione, rispetto per l’altro attraverso pratiche educative che generino inclusione, a partire proprio dalla scuola dell’infanzia, poiché solo così si supporta e si promuove la parità di genere, non attraverso l’imposizione di un grembiulino verde a scacchi”.
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