Nadef, Giorgetti conferma i piani del governo. Ma avverte: "Situazione delicata"

Nella presentazione della Nadef al Parlamento, il ministro dell'Economia mette nero su bianco le misure che l'esecutivo adotterà nella prossima Legge di Bilancio: tra irpef, cuneo fiscale e sostegni alle famiglie

Nadef, Giorgetti conferma i piani del governo. Ma avverte: "Situazione delicata"

Taglio dell'Irpef, conferma della riduzione del cuneo, sostegni alle famiglie, potenziamento degli investimenti pubblici e adeguamento Istat per le pensioni. Sono questi alcuni dei capisaldi sui quali si fonda la Nadef, presentata ufficialmente al Parlamento con una relazione scritta dal ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. Per quest'ultimo gli spazi finanziari che sono disponibili per l'imminente legge di Bilancio "sono pari a 3,2 miliardi nel 2023, 15,7 miliardi nel 2024 e 4,6 miliardi nel 2025": in tutto, quindi, si tratta di 23,5 miliardi di euro in tre anni. "Nel 2026, invece, il saldo obiettivo implica una correzione di 3,8 miliardi di euro rispetto all'indebitamento netto tendenziale, che consente di riportare lo stesso al di sotto della soglia del 3%".

Il percorso della riforma fiscale

Giorgetti mette comunque nero su bianco il fatto che la riforma fiscale sarà "una delle principali iniziative strutturali che il governo intende mettere in campo". Nella premessa alla Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza inviata alle Camere, il ministro conferma che la manovra che sarà redatta quest'autunno "finanzierà l'attuazione della prima fase della riforma, con il passaggio dell'imposta sui redditi delle persone fisiche a tre aliquote e il mantenimento della Flat tax per partite Iva e professionisti con ricavi ovvero compensi inferiori a 85 mila euro - prosegue l'esponente di governo -. La riforma ridurrà la pressione fiscale sulle famiglie, giacché essa sarà solo parzialmente coperta da una revisione delle spese fiscali. Sempre nell'ottica di un recupero del reddito disponibile delle famiglie, la legge di Bilancio finanzierà anche il rinnovo contrattuale del pubblico impiego, con una particolare attenzione al settore sanitario". La situazione economica e di finanza pubblica, comunque "è più delicata di quanto prefigurato in primavera". Ed è per questo che "è necessario fare scelte difficili".

Naturalmente l'attenzione è puntata anche al carovita. Nonostante sia prevista un tasso di inflazione in discesa nei prossimi mesi, infatti, "il forte rincaro dei prezzi dei beni e dei servizi inclusi nel paniere dei consumi, e in particolare dei generi alimentari, resta una delle principali preoccupazioni del governo". Certo, proprio a partire dalla giornata di domani entrerà in vigore il Patto anti-inflazione siglato nei giorni scorsi da Giorgia Meloni e il ministro Urso. Ma, oltre a questa iniziativa, l'esecutivo ha deciso di confermare per il 2024 il taglio contributivo attuato quest'anno. "In termini di impatto sulla finanza pubblica, si tratta della principale misura della legge di Bilancio - sostiene il ministro Giorgetti -. Si è deciso di prorogarla perché essa soddisfa al contempo l'esigenza di proteggere il reddito disponibile delle famiglie con redditi medi e bassi, di contenere il costo del lavoro delle imprese e l'aumento dei prezzi e di continuare a migliorare la competitività della nostra economia".

L'affondo di Giorgetti a Conte

In ogni caso, c'è da tenere conto di un elemento: i conti pubblici "hanno fortemente risentito dell'impatto dei crediti di imposta legati agli incentivi edilizi introdotti durante la pandemia, in particolare del superbonus - è la stoccata nei confronti di Giuseppe Conte -. A tale impatto si è aggiunto l'effetto del rialzo dei tassi di interesse sul costo del finanziamento del debito pubblico e della discesa dei prezzi all'importazione sul gettito delle imposte indirette". "La revisione al rialzo delle stime di erogazione degli incentivi edilizi comporta - ricorda Giorgetti - maggiori compensazioni fiscali e, pertanto, un fabbisogno di cassa del settore pubblico che resterà elevato lungo tutto il triennio coperto dalla prossima legge di bilancio".

Per combattere la denatalità, "il governo intende promuovere ulteriormente la genitorialità e sostenere le famiglie con più di due figli". Pertanto, è allo studio "una misura innovativa a favore delle famiglie con redditi medi e bassi, che sarà anch'essa finanziata dalla legge di Bilancio". Gli spazi in deficit per 3,2 miliardi nel 2023 "attraverso un provvedimento d'urgenza, saranno destinate, in particolare, al conguaglio anticipato dell'adeguamento Istat per i trattamenti pensionistici previsto per l'anno 2024, a misure per il personale delle pubbliche amministrazioni e alla gestione dei flussi migratori".

Gli investimenti del Pnrr

Una volta messe in campo tutte queste priorità di politica di bilancio, le energie del governo Meloni "si concentreranno sull'attuazione di nuove iniziative nel campo delle infrastrutture, della ricerca e della formazione, per riportare l'Italia su un sentiero di crescita che valorizzi al massimo i lavoratori e le imprese, che sono la vera forza del nostro Paese e che, con la loro dedizione e inventiva, ne fanno uno dei maggiori esportatori europei e mondiali", continua Giorgetti.

All'insegna della crescita del Paese, spazio poi all'innovazione e alla ricerca scientifica e applicata. Il Pnrr "finanzia cinque centri di eccellenza della ricerca applicata, in aggiunta ai quali stanno vedendo la luce ulteriori iniziative che puntano a replicare il successo dell'Istituto italiano di tecnologia, di cui questo mese si è celebrato il ventennale". Dunque, nelle prossime settimane, "sarà inaugurata la Fondazione per la progettazione dei circuiti integrati da semiconduttore, con sede principale a Pavia, dove si è già autonomamente sviluppato un distretto del design dei semiconduttori".

Le dismissioni delle partecipate

Per garantire la sostenibilità del debito e per avviare una gestione più dinamica delle partecipazioni pubbliche, "il nuovo scenario programmatico prevede proventi da dismissioni pari ad almeno l'1 per cento del Pil" nel 2024-2026".

Si tratterà di "dismissione di partecipazioni societarie pubbliche, rispetto alle quali esistono impegni nei confronti della Commissione europea legati alla disciplina degli aiuti di Stato, oppure la cui quota di possesso del settore pubblico eccede quella necessaria a mantenere un'opportuna coerenza e unitarietà di indirizzo strategico".

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