Abolito l’abuso d’ufficio, limitazione alla pubblicazione e all’uso delle intercettazioni a tappetto e, in ultima istanza, stretta al traffico di influenze illecite. Questi sono i tre punti cardine della prima tappa dell’agognata riforma della giustizia targata Carlo Nordio. Gli stessi sui quali, ovviamente, la sinistra amante dello status quo sta preparando le solite barricate. Ma non solo: se sul piano numerico le opposizioni fanno ancora fatica a mettere in difficoltà la maggioranza, è sul piano verbale che la gauche giustizialista da il suo “meglio”.
Dopo gli attacchi fuori misura di ieri, il Partito democratico non si perde d’animo e rilancia: "Rendere molto difficile utilizzare le intercettazioni per colpire la mafia è un problema politico enorme”, spiega l’esponente dem Paolo Romano. Poi, incalzato sempre da Agorà Estate su Rai 3, ecco che arriva l’accusa più pesante:“Il centrodestra – sentenzia - ha fatto un favore alle mafie". Il motivo? Secondo la logica del Pd a trazione Schlein è presto detto: limitare le pubblicazioni delle intercettazioni, spesso irrilevanti ai fini delle indagini, e quindi fare a meno della solita gogna mediatica, per i democratici sarebbe un regalo ai mafiosi. A poco importa, pare di capire, l’onore e la dignità delle persone che non sono coinvolte delle indagine ma che finiscono imputate alla gogna giornalistica e politica manettara.
Ma gli attacchi dai banchi dell’opposizione non finiscono qui. Cafiero De Raho, ex procuratore nazionale Antimafia e ora deputato M5s, rincara la dose. Incalzato dal Corriere della Sera, in una lunga intervista, spiega: “L'abolizione dell'abuso d'ufficio? "I cittadini non saranno più protetti contro le angherie e le prevaricazioni del potere pubblico. Dal '97 al 2020 ci sono state 3.600 condanne per malaffare. Ora viene cancellato tutto". Poi, con sprezzo del ridicolo, aggiunge: “Il ddl Nordio è una riforma che avvantaggia i colletti bianchi. È come se ci fosse un'esigenza di tutelare questa categoria. L'abuso era considerato necessario già nel codice napoleonico. Un governo, che dice di combattere la criminalità, ha deciso di farlo sparire".
Ma la riforma del Guardasigilli Nordio riguarda anche le intercettazioni. Un altro punto sul quale, seguendo le posizioni dem, il deputato 5stelle non ha dubbi: "La rilevanza dei contenuti delle intercettazioni non sempre si coglie dal primo ascolto; solo nello sviluppo investigativo si può riconoscere l'effettivo significato delle conversazioni". Insomma, una bocciatura senza se e senza ma dell’intera riforma che però, a stretto giro, viene ridimensionata dalle repliche piccate della maggioranza. La prima risposta a distanza arriva dalla Lega, per voce del senatore e membro della Commissione Giustizia Manfredi Potenti."È l'alba del giorno dopo, quella che vede abolito l'abuso d'ufficio e compiuto un passo in avanti verso una Giustizia meno forcaiola con una vera deflazione di processi, senza esito”, spiega Potenti.
Poi, denuncia in numeri che smentiscono tutte le accuse della gauche nostrana. “Nel 2021 – precisa il senatore in una nota - sono stati aperti 4.745 procedimenti per abuso di cui 4.121, l'85%, archiviati dai pubblici ministeri. In dibattimento sono arrivati 513 procedimenti con il magro risultato di 18 condanne”. E conclude: “Non sono solo costi per il sistema giudiziario ma danni prodotti a cittadini onesti che nessuno risarcirà mai più.
Mesi ed anni di gogna mediatica per il presunto autore del reato, cui si aggiunge la possibilità di dimissioni o di sospensione dell'incarico pubblico con le immaginabili ricadute sulla vita famigliare e professionale”. Diritti sacrosanti che un governo garantista deve tutelare e difendere dal solito carrozzone giustizialista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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