La fest* di Ell*, l'ecocidio di Bonelli e le trame di Macron: ecco il podio dei peggiori

Un asterisco di troppo getta nel ridicolo la festa del Pd. Bonelli vuole mandare in galera chi inquina. Macron le tenta tutte per non far governare la destra della Le Pen. Ecco i peggiori della settimana

La fest* di Ell*, l'ecocidio di Bonelli e le trame di Macron: ecco il podio dei peggiori
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Cari podisti, qui ci serve un linguista, ma uno bravo veramente. Quest'anno, il responsabile marketing del Partito democratico (chiunque sia!), ha superato se stesso. Meno nuovo per la Festa dell'Unità. Che perde la "a" e guadagna un * accentato. Unit*'. Vi chiederete: come si fa con l'asterisco? Non si legge? Si fa un'aspirata? Si lascia alla libera immaginazione? Difficile rispondere: bisognerebbe appunto affidarsi a un esperto di linguistica oppure entrare nella testa di chi l'ha partorito. Sicuramente c'è lo zampino politicamente corretto che sbianchetta il genere dalle parole. Ma anche così farebbe ridere. O, meglio, piangere. Fosse stata Festa dell'Unitò, allora i seguaci di Laura Boldrini avrebbero avuto un appiglio, seppur debole. Ad ogni modo per questa pessima trovata di marketing Ell* Schlein e compagn* si beccano tutt* il terzo posto sul podio dei peggiori di questa settimana.

La medaglia d'argento va, invece, ad Angelo Bonelli, in grandissimo spolvero. Prima, a braccetto con Nicola Fratoianni, si inventa il reato di ecocidio: fino a vent'anni di galera per chi danneggia l'ambiente. Poi, manco ci fosse qualcuno che ne sentiva la mancanza, ripropone la patrimoniale sognando di raggranellare dai nostri risparmi la bellezza di 60 miliardi di euro (nel giro di cinque anni) per far fronte alla crisi climatica e, in seconda battuta, a quella sociale. E, mentre lui le spara grosse in Italia, in Europa la sua pupilla Ilaria Salis sventola la bandiera di Azione antifascista contro i nuovi fascisti che dopo l'Italia vogliono prendersi pure la Francia. I transalpini si sono espressi chiaramente ma ai progressisti proprio non va giù: se non va come vogliono loro, il voto popolare va sovvertito.

Un altro a cui non va proprio giù è Emmanuel Macron che questa settimana troviamo in cima al nostro podio. Prima briga col suo acerrimo nemico, Jean-Luc Mélenchon, affinché al secondo turno il Rassemblement National non possa vincere o comunque non riesca a mettere insieme i numeri sufficienti a formare il governo. Poi, non pago di queste trame, piazza in extremis sei nomine importanti per imbrigliare Jordan Bardella nel caso in cui dovesse avere la meglio.

È davvero disposto a tutto pur di non far governare Marine Le Pen e la destra. Ricorda tanto la sinistra di casa nostra che per undici anni, dal 2011 al 2022, ha usato qualsiasi arma possibile per rimanere al potere. Pur non avendo i voti per farlo.

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