"Questi bambini hanno due mamme, e non solo una". Così, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha trascritto all'anagrafe della Capitale i certificati di nascita di due bambini nati all'estero da due coppie omogenitoriali, una italo francese, l'altra italo inglese. La mossa, avvenuta proprio alla viglia del gay pride capitolino, ha chiaramente fatto discutere: recenti sentenze, accompagnate anche da pronunciamenti del Viminale, avevano infatti imposto lo stop a questo automatismo burocratico non contemplato dalla legge e tuttavia adottato da alcune amministrazioni comunali di orientamento progressista. Eppure al Campidoglio la pratica è stata disbrigata "con emozione e convinzione", come annunciato sui social dallo stesso primo cittadino.
Con emozione e convinzione questa mattina abbiamo proceduto alla #trascrizione dei primi due atti di nascita registrati all'estero di figli di due mamme. Un atto normale, giusto, doveroso che garantisce pieni diritti a tutti i bambini. https://t.co/N1mQLuEuIi pic.twitter.com/sPmnl234a8
— Roberto Gualtieri (@gualtierieurope) June 9, 2023
"Con questo atto garantiamo ai bimbi il riconoscimento della cittadinanza italiana, con i relativi diritti, e alle madri pieni doveri nei loro confronti. Si tratta di due certificati già formati all’estero e, con questa trascrizione, riconosciamo quello che è già sancito nei loro Paesi di nascita, ovvero che questi bambini hanno due mamme, e non solo una", ha affermato Gualtieri in una nota, definendo quello odierno "un atto normale, giusto, doveroso, pianamente legittimo perché ci sono sentenze chiarissime in merito, e sarebbe davvero sbagliato e ingiusto non procedere alle trascrizioni o farlo in modo parziale". In fatto di pronunciamenti, tuttavia, stranamente il sindaco non ha citato il respingimento del tribunale al ricorso di due donne che a Torino chiedevano di essere registrate entrambe come mamme di due gemelline nate all'estero da eterologa.
I giudici in quel caso avevano preso atto del "vuoto legislativo" in materia, facendo notare così la formale illegittimità di quelle trascrizioni. A Roma, però, l'odierno provvedimento è stato comunicato con toni entusiastici. Come un traguardo raggiunto. "Lo avevamo detto e lo abbiamo fatto. Roma Capitale, con coerenza, è in prima linea nella promozione dei diritti e contro ogni forma di discriminazione. Poniamo fine all’indefinitezza e alla mancata assunzione di responsabilità. È maturo il tempo di dare al Paese una legge chiara per le famiglie omogenitoriali, che garantisca gli stessi diritti che sono riconosciuti in tutta Europa", ha scritto Gualtieri sui social, tornando a ribadire la battaglia dei sindaci arcobaleno.
Sul fronte politico, la mossa del sindaco capitolino è stata chiaramente letta come un atto ostile all'orientamento del governo, che sulla materia segue invece una linea più cauta (unita a una netta contrarietà alla maternità surrogata). "Ci rivolgeremo al prefetto di Roma, Lamberto Giannini, perché il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri è il primo che deve attenersi al rispetto delle leggi e non può stravolgerle per i propri convincimenti politici", ha attaccato Federico Rocca, consigliere capitolino di Fratelli d'Italia e presidente della commissione Trasparenza di Roma Capitale.
E il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli (Fratelli d'Italia), ha rincarato: "La decisione di oggi ha il sapore di un atto eversivo, costruito per far dimenticare le condizioni penose in cui versa la capitale, ombra di se stessa. Consegneremo al sindaco il Tapiro dell'illegalità".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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