"Le fibrillazioni, in un governo di coalizione, sono fisiologiche in vista di un turno elettore". Gianfranco Fini ritorna nel programma di Lucia Annunziata, in Mezz'ora, a distanza di pochi mesi dal suo ritorno sulla scena pubblica e traccia un bilancio a tinte fosche per l'esecutivo di Giorgia Meloni.
"È evidente che qualche scoglio nella navigazione c'è", dice l'ex leader di An, convinto che le tensioni nel governo cresceranno"perché all'interno della maggioranza c'è un partito, FdI, che avuto un gran successo, gli altri partner, FI e Lega, mentre gli altri sono caduti più in basso e hanno bisogno di alzare una bandiera". Il tema delle accise, insomma, era il pretesto perfetto, ma "poi anche Forza Italia - sottolinea Fini - ha capito che mantenere i 10 miliardi di Draghi era un lusso che l’Italia non poteva permettersi".
Il vero nodo, per la maggioranza di centrodestra, sarà la riforma costituzionale sull'autonomia differenziata che"per la Lega è una bandiera che non può essere ammainata" e, perciò, il Carroccio ha fretta di portarla a casa."L’autonomia differenziata va attuata, è nel programma però est modus in rebus", avverte l'ex presidente della Camera che, nella riforma Calderoli, intravede il rischio di spaccare il Paese, soprattutto se non saranno individuati subito i Lep (Livelli essenziali delle prestazioni) e se, quindi, non sarà rispettato l'articolo 3 della Costituzione. "La fretta è cattiva consigliera", ha sentenziato Fini che, poi, ricorda come sia stata la sinistra la prima a modificare il Titolo V della Costituzione e che anche Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia Romagna candidato segretario del Pd, sia favorevole al federalismo.
Altro tema cruciale è il Mes che, secondo Fini,"deve essere ratificato e lo sarà" perché "non può che essere così". E aggiunge: "Se non va bene, nessuno ti obbliga a chiedere quel denaro". L'ex leader di An, però, ha difeso anche il tentivo della sua ex pupilla Giorgia Meloni di modificare il Mes per trasformarlo in uno strumento a favore degli investimenti perché, così com'è attualmente, non viene utilizzato da nessuno. Infine, sulle parole del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, su Dante Alighieri, Fini ha commentato:"Personalmente non l'avrei detto" perché è "un errore considerare coi valori di oggi i fatti di ieri".
E ancora: "Destra e sinistra non c'erano nel '300, non c'erano le categorie di destra e sinistra". Su Ignazio La Russa, invece, la difesa di Fini è totale:"Nel momento in cui esce da palazzo Madama e partecipa a iniziative di partito nessuno lo può contestare".
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.