"L'effetto Schlein è finito". Sette istituti certificano il calo del Pd

Il Partito democratico torna a perdere terreno nei sondaggi, mentre il centrodestra rimane stabile: sette istituti certificano la fine dell'effetto Schlein

"L'effetto Schlein è finito". Sette istituti certificano il calo del Pd

Elly Schlein, di ritorno dalla vacanza pasquale, dovrà cercare di riprendere in mano un Partito democratico, diviso al suo interno e indietro nei sondaggi. La nuova stella del Pd, stando alle rivelazioni delle ultime settimane, non fa più alcun effetto sugli elettori di sinistra. Complici le scelte divisive sulla nuova segreteria del partito e i troppi silenzi su temi politici dirimenti, la neo segretaria dovrà fare i conti con alcuni sondaggi piuttosto sfavorevoli.

Il calo del Pd

Una rivelazione in particolare, che ha il merito di mettere a confronto sette istituti differenti, dà il senso di un calo lento ma costante del nuovo Pd targato Schlein. Il sondaggio firmato Termometro Politico riguarda la settimana dal 2 all’8 aprile e, in un colpo solo, riesce a confrontare le rivelazioni di sette diversi istituti: TP, Swg, Quorum, YouTrend, Piepoli, Emg. I numeri del sondaggio scattano una fotografia nitida della situazione politica odierna e vanno in netta controtendenza rispetto a quelli del mese scorso. Dal 20 per cento del mese di marzo, spesso con punte più alte a seconda della rivelazione, il Pd scende al 19,4%. Al Nazareno si registra quindi un calo lento ma costante che, con tutta evidenza, smonta in piccoli pezzi le ricostruzioni fantasiose della sinistra.

Nessun "effetto Schlein"

L’effetto Schlein, inutile nascondersi dietro un dito, sembrava e sembra tutt’ora una mera invenzione giornalistica. La stampa di sinistra, la mattina dopo l’improbabile vittoria di Schlein, aveva imbastito un’operazione di restyling e promozione del nuovo Pd a guida Schlein. I numeri dei sondaggi inizialmente aiutavano questa narrazione, salvo poi scontrarsi con la dura realtà: un Partito democratico, dimezzato dalla competizione con il Movimento 5stelle e costretto ad inseguire, da molto lontano, Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni.

Non hanno aiutato di certo, guardando all’ultima settimana, i mal di pancia interni registrati al Nazareno dopo le decisioni sul nuovo “parlamentino” del Pd e ovviamente le divergenze tra correnti, riformisti da una parte e massimalisti dall’altra. Con i primi in netta minoranza, costretti a guardare dall’esterno le decisioni della neo segretaria.

Il centrodestra stabile

A fronte di un Partito democratico, sfibrato all’interno e debole nei sondaggi, gli altri partiti restano parallelamente piuttosto stabili. Quelli di maggioranza, a dispetto di altrettante ricostruzioni fantasiose, rimangono saldamente al comando. Fratelli d’Italia si conferma primo partito, fermo al 29,1%. Lega e Forza Italia riescono a crescere rispetto alla settimana precedente andando rispettivamente all8,8% e al 7,1%.

Dalla parte opposta dell’arco parlamentare, il Movimento 5stelle recupera un decimale e si attesta al 15,9%, mentre Azione/Italia Viva perde terreno, scendendo al 7,6%. Tra i partiti più piccoli, Sinistra Italiana/Verdi scende sotto il 3% e +Europa va al 2,3%.

Nota del sondaggio:

Sondaggio realizzato da Termometro Politico.

La rilevazione riguarda la settimana dal 2 all’8 aprile 2023. La media è basata sui sondaggi pubblicati la scorsa settimana da Tp, Swg, Quorum, Tecné, Index, Piepoli, Emg. Il sondaggio è disponibile sul sito termometropolitico.it

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