La gestione allegra dei fondi ai partiti è un problema che va oltre i confini del Lazio. Lo scandalo si allarga alla Regione Campania, dove un consigliere Udeur è sotto inchiesta per peculato e la Guardia di finanza ha acquisito tutti i bilanci dei gruppi consiliari e i documenti riguardanti l'utilizzo dei nove milioni di budget dal 2008 a oggi. E quanto a "spese pazze" l'Emilia Romagna non è da meno: i pm stanno settacciando i 450mila euro di fondi regionali utilizzati dall'ex capogruppo dell'Idv. L'impressione è che se le indagini venissero estese a tutte le regioni ne emergerebbe un quadro a dir poco imbarazzante. Tutto, ovviamente, a spese dei cittadini.
La Corte dei conti "è molto preoccupata e ne sente tutto il disagio" - dice il presidente Luigi Giampaolino - perché sono fatti gravissimi in cui noi stessi, che pur siamo abituati a conoscere patologie, non pensavamo che, ove fossero vere, si potesse giungere a tanto". Per il presidente della Corte alla luce di quanto sta accadendo "vi è la necessità del controllo dei bilanci dei partiti ed anche di altre spese, dal momento che deve essere chiaro" che quando si tratta di soldi pubblici sono necessari controlli e verifiche "da parte di un organo esterno, indipendente ed autonomo. Tutti gli altri rimedi o meccanismi che si vogliono individuare - ha concluso Giampaolino - non rispondono a queste esigenze di fondo".
Intanto un'analisi della Cgia di Mestre evidenzia che nell’ultimo decennio le Regioni hanno aumentato le proprie spese di 89 miliardi di euro. Di questi, oltre la metà sono stati "assorbiti" dalla sanità (49,1 miliardi). A fronte di un aumento dell’inflazione che nel periodo preso in esame ha toccato il 23,9%, la crescita della spesa è stata del 74,6%. Nel 2010 (ultimo dato disponibile per i bilanci di previsione) le uscite complessive hanno superato i 208,4 miliardi di euro. L'aumento delle spese trae origine essenzialmente dalle nuove competenze affidate alle Regioni a seguito della riforma del 2001: in primis gestione e organizzazione della sanità, dell’industria e del trasporto pubblico locale. Ma ci sono anche materie nelle quali le Regioni hanno oggi una potestà esclusiva, mentre in precedenza dovevano sottostare ai limiti normativi dello Stato.
Tra queste l’artigianato, l’agricoltura, il commercio, la formazione professionale, il turismo e l’ambiente. Nonostante questo la Cgia riconosce che "perdurano sprechi, sperperi e inefficienze". Tutte cose che andrebbero eliminate.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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