Formigoni: "Bravo Silvio, giusto restare"

Il governatore: "Per i dirgenti servono le primarie. In Regione candidiamo Albertini e vinciamo senza la Lega"

Il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni
Il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni

Milano

Governatore Roberto Formigo­ni, Silvio Berlusconi nel suo discorso a villa Gernetto ha annunciato che ri­marrà in campo.


«Non solo rimane in campo, ma ha det­to anche due cose importanti. Anzi tre».

Cominciamo dalla prima.

«La conferma che non si candiderà pre­mier ».

Perché una buona notizia?

«Perché io come tutti gli italiani aveva­mo preso sul serio una decisione che Ber­lusconi ha meditato a lungo».

Di mezzo c’è stata la sentenza del tribu­nale di Milano.

«Ma siccome Berlusconi è una persona seria, ha confermato la scelta presa».

Passiamo alla seconda cosa buona.

«La conferma che ci saranno le prima­rie del centrodestra, quel bagno di demo­crazia di cui abbiamo tanto bisogno».

La terza?

«Che di questo e del programma parle­rà con i dirigenti del Pdl».

Perché sono tre buone notizie?

«Indicano la volontà di Berlusconi di da­re continuità alla sua azione politica».

Ma al suo annuncio c’è stata la corsa di voi colonnelli a prendere il suo posto.

«La classe dirigente si deve scegliere con le primarie».

E Berlusconi va in soffitta?

«Lui deve rimanere presidente del Pdl. E ci mancherebbe altro».

Che dice della sentenza?

«Aberrante, con punte di cattiveria e persecuzione quando lo si definisce delin­quente abituale».

Berlusconi ha parlato di morte della democrazia e magistratocrazia.

«Sentenza vergognosa e inaccettabile».

Ha detto che il governo Monti condan­na l’-Italia alla recessione e che forse sa­rebbe il caso di togliergli la fiducia.

«Su questo dobbiamo discutere. Il go­verno Monti ha fatto degli errori, ma è na­to con il nostro contributo».

E allora?

«Non dobbiamo perdere la credibilità che ci siamo guadagnati con questo gesto di responsabilità, non roviniamo tutto».

La fiducia degli italiani in Monti cala.

«Il Pdl deve appoggiarlo, ma avanzan­do proposte concrete: modifiche alla Leg­ge di stabilità, proposte sulla crescita».

Monti deve arrivare fino alla fine?

«Deve completare il suo lavoro».

E magari andare oltre?

«Assolutamente no. Poi la parola torni agli elettori. Del resto lo stesso Monti ha detto mille volte che non proseguirà».

Se le primarie sono una buona notizia, vuol dire che Formigoni si candida.

«Non l’ho ancora detto».

Sembra ormai chiaro.

«Prima di dirlo voglio completare il mio lavoro in Regione».

Ormai è quasi un ex governatore.

«Sono disponibile e interessato alle pri­marie soltanto se la mia candidatura servi­rà a far vincere il centrodestra».

Lei ha vinto la sfida con la Lega?

«Abbiamo mandato la Lombardia al vo­to in frettissima e questo è importante so­prattutto in tempi di crisi. Abbiamo dimo­strato di non essere legati alla cadrega e al vitalizio che infatti non scatterà. E poi ab­biamo cambiato la legge elettorale, abo­lendo il listino bloccato».

La Lega vuole la Lombardia.

«Con un terzo dei nostri voti, hanno già Piemonte e Veneto».

Maroni si è già candidato.

«Per fortuna che c’è un partito più gran­de come il Pdl che ha avuto la dignità di op­porsi e dire di no».

Con Lega e Pdl separati, le sinistre vin­ceranno. In Lombardia e a Roma.

«Assolutamente falso. Tutto dimostra che i moderati possono vincere».

Anche divisi.

«Con una candidatura civica che piace ai cittadini come quella di Gabriele Alber­tini. Un civil servant ».

È guerra aperta con la Lega?

«Hanno rotto i patti».

Dicono che con la ’ndrangheta non si scherza.

«Si è dimostrato il solito partito inaffida­bile e ribaltonista».

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