Fornero non vuole il "la" ma sdogana la paccata Il tormentone sul web

Il ministro del Lavoro sdogana il linguaggio giovanile utilizzando il termine "paccata" a margine di una conferenza e la rete si scatena

Fornero non vuole il "la" ma sdogana la paccata Il tormentone sul web

Meno male che i tecnici non capivano niente di comunicazione... Il ministro Elsa Fornero torna a far parlare di sé. Dopo la famosa lacrima sfuggita, e prontamente immortalata, durante la conferenza stampa di presentazione della manovra, ora passa al dizionario. Il ministro non è nuovo alle incursioni linguistiche. Pochi mesi fa aveva chiesto ai giornalisti di abolire l'articolo determinativo femminile davanti al suo cognome: al bando "la" Fornero, promosso il generico "Fornero". Un po' di polemica e pochissimi risultati ottenuti.

Questa volta la Fornero (non ce ne voglia) si è cimentata in una nuova operazione: lo sdoganamento del linguaggio giovanile. "È chiaro che se uno comincia a dire no, perché noi dovremmo mettere lì una paccata di miliardi e poi dire voi diteci di sì. No, non si fa così", ha sintetizzato così lo stato dell'arte dei rapporti tra il governo e il sindacato. Un'immagine efficace, non c'è che dire. La "paccata" della Fornero non è certo passata inosservata, l'effetto domino sul web è istantaneo e le stranezze della politica sono più virali di un raffreddore. In pochi minuti la "paccata" è diventata un tormentone su Facebook e si è guadagnata il primo gradino del podio dei Top Trends di Twitter, i temi più discussi: è la parola del giorno.

Lungi da noi stigmatizzare la "paccata". La dichiarazione era "a margine" di un incontro, ma soprattutto era "a margine" di una trattativa faticosissima attorno a una riforma fondamentale. E tutti i niet e le minacce della Camusso possono anche far scappare "una paccata" ogni tanto. Un termine poco tecnico e molto prêt à porter, più frequente fuori dai licei che tra i banchi di Montecitorio. Niente a che vedere con lo "schifo" del ministro Riccardi. Nello "schifo" c'era tutto il complesso di superiorità e il disprezzo per la politica, la "paccata" al massimo è un po' spiccia e sbrigativa. Sicuramente poco raffinata.

"Paccata", almeno per ora, non risponde all'appello su nessun dizionario della lingua italiana ufficiale. Ma su internet è un habitué spunta qua e là nei forum, nelle chat e nei blog. Il cancelletto sta prima della parola(#paccata) come il cacio sui maccheroni. Ed è proprio sul web che si trovano delucidazioni sul significato: "Fracca, sfatta, caterva, marea, cumulo", scrive uno dei tanti commentatori che si improvvisa linguista su Twitter. Altri (c'è sempre qualcuno a cui piace vincere facile...) ironizzano sui molteplici significati della parola pacco.

Facendo una veloce ricerca etimologica si scopre che il termine, utilizzato in questa accezione, è diffuso soprattutto nel nord Italia. Una parola che in questo caso diventa quasi onomatopeica: sembra di sentire il rumore di questa valanga di miliardi che il ministro del Lavoro sbatte sul tavolo, sempre che i sindacati non oppongano l'ennesimo no. Molto stupore e anche un po' di disappunto.

La professoressa che usa il linguaggio degli studenti non convince tutti e, specialmente a sinistra, in molti vorrebbero rimandare la Fornero in lingua italiana. Ma tutti ne approfittano per dire la loro sulla riforma del lavoro.
Sarà proprio la "paccata" a far capitolare la Camusso?

Twitter: fmdelvigo

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