Gennarone il violento, i figuranti del Primo maggio, l'errore di Fini: ecco il podio dei peggiori

Il rapper insulta la Meloni nell'indifferenza di tutti. Brutto Primo maggio con Massini e papà Salis. Fini e la balla della "macchina del fango". Ecco il peggio della settimana

Gennarone il violento, i figuranti del Primo maggio, l'errore di Fini: ecco il podio dei peggiori
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Gennarone. Chi è costui? Un rapper, uno dei tanti che oggigiorno affollano il panorama musicale nazionale. No, per lui nessun premio alla carriera. Né un disco di platino. Macché, soltanto il terzo posto del podio dei peggiori di questa settimana per la sua esibizione violentissima dal palco del concerto del Primo maggio. A Foggia ha, infatti, sfogato tutto il suo odio contro il presidente del Consiglio dicendo: "Una lacrima per la nostra Italia che sta vivendo l'ombra del fascismo grazie a quella *** di Giorgia Meloni". Uno schifo verbale, una ignobile volgarità, un atto di violenza sconcertante che può far soltanto indignare. Peccato che davanti a tanto livore a sinistra nessuno sia intervenuto per prendere le parti della premier e che non si sia levata l'indignazione delle femministe.

Ma, a proposito del Primo maggio, veniamo al secondo posto del podio dove troviamo i figuranti che hanno usato la festa per lanciare assurde crociate, farsi gli affaracci propri o addirittura gettar fango sulla Meloni. Nel primo caso il numero uno è stato Stefano Massini, scrittore, volto di La7 e penna di Repubblica, che dal palco del Concertone ha attaccato a gamba tesa la Digos accusandola di schedare chiunque si definisca antifascista. Una boiata senza precedenti e del tutto campata in aria. Anche perché, se proprio vogliamo dirla tutta, se in Italia c'è qualcuno appassionato di liste di prescrizione quello milita a sinistra. Chi, invece, il Primo maggio l'ha usato per farsi uno spot è stato papà Salis che a Taranto ha fatto campagna elettorale per la figlia, dimenticandosi dei lavoratori e ovviamente attaccando il governo.

Passiamo oltre e andiamo a Gianfranco Fini condannato a 2 anni e 8 mesi di carcere insieme ai Tulliani, la compagna Elisabetta e il cognato Giancarlo latitante a Dubai. Badate bene: nessun festeggiamento per la sentenza. L'ex presidente della Camera, insieme alla sinistra ben pensante, si becca il primo posto del podio per aver accusato noi del Giornale di averlo infangato raccontando la vendita della casa di Montecarlo. Per anni ci hanno chiamati "macchina del fango".

Ma quello sull’eredità della contessa Colleoni fu un vero e proprio scoop e non, come dicevano, una campagna per screditare l'ex leader di An il cui errore più grande, quello che davvero non gli perdoniamo, non fu certo l'affaire monegasco, bensì l'aver tradito un ideale voltando le spalle alla destra.

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