"Tiene ai domiciliari la Regione": così la piazza del campo largo insulta Toti

Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli tutti insieme a Genova per chiedere le dimissioni di Giovanni Toti

"Tiene ai domiciliari la Regione": così la piazza del campo largo insulta Toti
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Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli tutti appassionatamente insieme, mano nella mano con le braccia alzate cielo. È questa l’immagine della manifestazione del centrosinistra che sta andando in scena in piazza De Ferrari a Genova in segno di protesta verso il presidente della Liguria Giovanni Toti che si trova ai domiciliari da oltre 70 giorni.

"Toti sta tenendo ai domiciliari anche questa Regione e non è accettabile”, attacca Elly Schlein a margine della mobilitazione del “campo largo” a cui partecipano anche la Lista Sansa e associazioni come 'Genova che osa', Arci e Libera. La segretaria del Pd si domanda “che cosa aspetti Giorgia Meloni a chiedere a Giovanni Toti di fare un passo indietro per il bene di questa Regione”, convinta che la richiesta di sospensione sia ormai un“atto dovuto”. I toni della segretaria Schlein, anche dopo essere salita sul palco, non sono stati meno teneri perché, se da un dato alla magistratura deve chiarire gli aspetti giudiziari che riguardano Toti, dall’altro il giudizio delle opposizioni “è politico” ed è “pessimo” non solo sul governo della Liguria ma anche “sul tipo di potere che hanno costruito qui”.

La segretaria del Pd mette in evidenza anche lo squilibrio che vi è stato tra lo spazio dato da 'Tele Meloni' all’inchiesta giudiziaria in Puglia e la difesa d’ufficio di alcuni ministri nei confronti di Toti.“Come è possibile? – si chiede - Due pesi e due misure, non è accettabile". Schlein si scaglia contro l’attuale paralisi politica e insiste sulla necessità di “rimettere in piedi una sanità che sta facendo grande fatica”. Le parole chiave della Schlein sono due “sanità pubblica quindi, lavoro dignitoso”, dice riferendosi alle due importanti vertenze industriali: Ilva e Ansaldo. La segretaria del Pd, in conclusione, precisa: "Questa non è la piazza delle opposizioni, ma dell'alternativa a questa destra”, una dal valore dell’antifascismo. “Siamo tutte e tutti orgogliosamente antifascisti", chiosa Schlein.

Ma il primo, in ordine temporale, a prendere la parola è stato Giuseppe Conte. "Caro presidente Toti, questa manifestazione non ha l'obiettivo di alimentare una gogna mediatica”, è la premessa del leader del M5S che, poi, ribadisce: “Non siamo qui per emettere una sentenza di condanna contro di te”. E, dopo questa doverosa premessa ecco arrivare la consueta precisazione:“ma è Toti che non deve mettere una sentenza di condanna nei confronti della comunità ligure” e, pertanto, deve dimettersi per non “tenere in scacco un'intera regione”. Nonostante la doverosa premessa dal sapore vagamente garantista, infatti, Conte non si smentisce e con grande sicumera afferma: “il modello di governo regionale che vien fuori dalle carte, le abbiamo lette, non sono fantasie, è un modello marcio”. Dall’inchiesta, secondo il leader del M5S, viene fuori un vero e proprio “mercimonio” perché “non si può pensare di governare una regione incontrando amici e imprenditori sullo yacht o luoghi inappropriati e commistionando interessi privati con quelli pubblici”.

Angelo Bonelli di Europa Verdi usa toni molto simili e dice: "Presidente Toti: non puoi sequestrare la democrazia in questa regione. Si eserciti la democrazia. Elezioni subito", convinto che da piazza De Ferrari possa partire “l’alternativa”. Il repertorio dell’ambientalista Bonelli è quello classico della sinistra radicale:"Questa – dice - non è l'Ungheria di Orban, questa è l'Italia democratica, antifascista, che crede nelle istituzioni, ministro Nordio. È un comportamento totalmente illiberale. Abbiamo oltrepassato ogni limite". Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana ribadisce: "Noi vogliamo che in questa Regione si vada a votare e vogliamo proporre uniti e unite insieme un'alternativa”. E aggiunge: “Basta finanziamenti alla politica da chi ha rapporti di interesse con la pubblica amministrazione. Facciamo insieme questa battaglia di civiltà”. La manifestazione si chiude con Fratoianni che ricorda don Gallo e con gli applausi di circa 2mila persone che cantano 'Volta la carta' di Fabrizio De André.

Poco dopo la fine della manifestazione arriva una dura nota diffusa dalla Lega: "La severità dei provvedimenti nei confronti di Giovanni Toti è sconcertante, mentre è indecente lo sciacallaggio della sinistra che difende i propri indagati e non ha limiti quando gli indagati sono di centrodestra". Il ministro della Difesa, Guido Crosetto non nutre dubbi: "​Duemila persone oggi - scrive su X - sono scese in piazza a Genova per dimostrare, di fatto, contro il diritto di ogni cittadino di essere ritenuto innocente fino a sentenza e, quindi, di fatto, contro la nostra Costituzione e la democrazia". Crosetto ritiene che, in sostanza, queste persone abbiano manifestato "per sostenere che i cittadini non hanno diritti e che non sono tutti uguali di fronte alla legge" e tra queste erano presenti anche dei parlamentari che dovrebbero "rappresentare il popolo e difendere la democrazia", mentre, scendendo in piazza, "diventano strumenti, consapevoli, della sua distorsione". Crosetto, poi, promette: "Se accadrà a voi, di essere tenuti per mesi agli arresti e di essere ritenuti colpevoli prima ancora di celebrare un processo, io vi assicuro che difenderò i vostri diritti civili e costituzionali anche da solo, contro tutti, e che mi batterò perchè siate considerati innocenti fino all'ultimo grado di giudizio.

Come sempre ho fatto in questi anni". Il ministro, infine, augura al centrosinistra di poter vincere "sul campo e non cercando aiuti esterni grazie agli aiuti 'esternì. Come spesso è accaduto nella storia della Repubblica."

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