"La gente non è cogl...". La figuraccia di Landini che attacca il governo

Il segretario della Cgil è nervoso e attacca l'esecutivo Meloni sul ddl Lavoro: "Pensano di essere sempre in campagna elettorale". Ma solo pochi giorni fa l'Istat ha certificato la nuova crescita dell'occupazione

"La gente non è cogl...". La figuraccia di Landini che attacca il governo
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Il nervosismo che plana indisturbato sui cieli della sinistra è un dato oggettivo, che diventa sempre più lampante con il passare delle settimane perché si è ormai inceppato il processo di digestione del risultato emerso alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 che ha visto il centrodestra trionfare. Un sentimento di ansia e irritazione che in alcune occasioni spinge una certa parte del fronte rosso a esporsi a delle figuracce. Lo sa bene Maurizio Landini, che ha provato a sfogarsi contro il governo finendo però per rendersi protagonista di un'uscita boomerang.

Il segretario della Cgil, intervistato da Giovanni Floris a Dimartedì su La7, è stato interpellato sull'atteggiamento adottato dall'esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Nello specifico è stato mostrato il cartello relativo al ddl Lavoro, presentato in Consiglio dei ministri l'1 maggio ma arrivato in Aula dopo sei mesi. Un assist al bacio per Landini, che senza pensarci due volte ha colto la palla al volo per dare fiato all'ennesima sparata contro il governo che evidentemente non gode della sua simpatia: "È un'altra conferma del modo con cui questi pensano di essere sempre in campagna elettorale, però devono capire che la gente non è cogliona...".

Sorvoliamo sull'utilizzo della parola "questi" e sul ricorso al termine "cogliona" che rendono palese un senso di nervosismo. La presa di posizione di Landini è l'ennesima conferma che ormai la sinistra del nostro Paese si è affidata al pilota automatico che, senza tenere in considerazione il contesto e le singole situazioni che ci si trova di fronte - recita il solito copione formulando le classiche accuse pregiudiziali. D'altronde, lo si è capito ormai da tempo, l'importante è scagliarsi a palle incatenate per dipingere il centrodestra come inaffidabile e nemico degli italiani.

Ecco perché esternazioni di questo tipo finiscono per essere controproducenti. Innanzitutto gli aumenti in busta paga sono già realtà grazie al taglio del cuneo fiscale che sta portando da qualche mese più soldi nelle tasche dei lavoratori italiani con aumenti che arrivano anche a 100 euro al mese: lo sgravio contributivo è passato dal 3% al 7% per i redditi fino a 25mila euro mentre è stato incrementato dal 2% al 6% per i redditi fino a 35mila euro. E il governo nella Legge di Bilancio ha rinnovato anche per il prossimo anno la misura che, unita alla rimodulazione delle aliquote Irpef, aumenterà ulteriormente lo stipendio dei lavoratori.

A questo si aggiungono i dati sul lavoro. Proprio pochi giorni fa l'Istat ha certificato un nuovo aumento dell'occupazione in Italia anche nel mese di settembre (+0,2%, pari a +42mila unità). Il numero degli occupati si attesta a 23milioni 656mila e, rispetto a settembre 2022, registra un notevole aumento di 443mila dipendenti permanenti e di 115mila autonomi. Non solo: confrontando il terzo trimestre 2023 con il secondo emerge un aumento del livello di occupazione dello 0,3%, per un totale di 80mila occupati.

Non sono chiacchiere ma dati che confermano come l'aria sia cambiata: stop all'assistenzialismo indiscriminato del reddito di cittadinanza, fiducia da parte del mondo produttivo, gradimento per l'operato dal governo, voglia di ripresa. In Italia è tornata la voglia di lavorare e l'occupazione sale. Con buona pace di Landini&Co.

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