Enrico Trantino è il nuovo sindaco di Catania. Lunedì sera lo abbiamo cercato per ore ma, nonostante il risultato fosse acquisito, al comitato elettorale hanno preferito aspettare lo spoglio. «Noi siamo persone razionali», ci dicevano. E ora il sindaco, scherzando, insiste: «Se vogliamo le posso ancora dire che il risultato non è definitivo».
A chi dedica la sua vittoria?
«A mio padre e mia madre, i fari della mia vita».
In Sicilia c`è una grande tradizione di destra. Spesso si richiama il nome di Paolo Borsellino, per via di una partecipazione ad una festa nazionale del Fronte della Gioventù.
«Sì ma io sono atipico. Non mi piace scomodare mostri sacri, che andrebbero lasciati in pace. Vado in controtendenza rispetto a tanti altri».
Ha sentito il presidente Meloni?
«Sì, due sere fa. Grande soddisfazione, pure perché questo è il Comune più grande guidato da Fratelli d`Italia».
Ha festeggiato?
«No, glielo dico subito. Non ho festeggiato perché preferisco la responsabilità. Poco fa mi hanno chiesto se, dopo l`insediamento, potesse esserci una grande festa in pompa-magna. Ho risposto di no. Catania ha delle difficoltà, delle criticità che vanno affrontate subito. Vorrei che ci fosse un atteggiamento più parco. In passato la chiamavano verecondia».
Cosa promette ai catanesi?
«Ho puntato molto sul patto sociale. Dobbiamo cioè puntare su una condivisione comunitaria e su un nuovo paradigma civico costruito con i cittadini».
E la filiera del centrodestra in Sicilia si allarga.
«Sì, è la prima volta che abbiamo il governo nazionale, il governo regionale ed il governo locale. Trattasi di un indiscutibile valore aggiunto».
E ora con il centrodestra di governo si avvicina anche il Ponte di Messina.
«Un`opera necessaria. Noi viviamo in una condizione penalizzante. Si pensi soltanto a quanto costa per un siciliano prenotare un aereo per Roma con poco preavviso. E questa condizione ci è imposta. Vorremmo che finalmente ci fosse una vera unione al continente, e non solo una unione di facciata. Peraltro, se ci fosse un`Alta-velocità passante per la Sicilia si guadagnerebbe anche tempo in Europa. Ci vorrebbero 5 giorni in meno. Ma questi sono temi nazionali. A me, un po` egoisticamente, interessa soprattutto che venga finanziato l`interramento del Nodo di Catania (un passante ferroviario, ndr)».
La sua è un`impostazione subito operativa.
«Ho già incontrato i dirigenti comunali. Devo aggiornarmi su tutto, per esempio sui fondi del Pnrr. Abbiamo già avuto molte interlocuzioni incoraggianti. Abbiamo solo un progetto che appare critico ma penso che, pure in quel caso, si possa trovare una soluzione».
Niente mostri sacri, ma ci sarà un leader politico a cui si ispirerà per questo mandato e non solo.
«Gliel`ho detto: io sono un atipico.
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