Meloni incontra Draghi a Palazzo Chigi: "Ue non escluda nuovo debito comune"

Il faccia a faccia tra gli ultimi due inquilini della sede del governo italiano arriva poco dopo l'illustrazione all'Europarlamento del report sulla competitivà redatto proprio dall'ex presidente della Bce

Meloni incontra Draghi a Palazzo Chigi: "Ue non escluda nuovo debito comune"
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È durato circa un'ora e un quarto l'incontro tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il suo predecessore a Palazzo Chigi Mario Draghi. Negli scorsi giorni la premier, durante un colloquio telefonico, aveva invitato l'ex presidente della Banca Centrale Europea nella sede del governo italiano per confrontarsi sul report da lui redatto sul futuro della competitività europea e che poi è stato illustrato nella giornata di ieri alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. L'ex capo dell'esecutivo nazionale è entrato, in auto, dall'ingresso secondario di via dell'Impresa. Al centro del colloquio c'è stato un "confronto approfondito" sul Rapporto presentato da Draghi in Europa "che contiene secondo il governo diversi importanti spunti", rende noto la presidenza del Consiglio.

Tra questi, "la necessità di un maggiore impulso all'innovazione, la questione demografica, l'approvvigionamento di materie prime critiche e il controllo delle catene del valore" e, più in generale, "la necessità che l'Europa preveda strumenti adatti a realizzare le sue ambiziose strategie: dal rafforzamento dell'industria della difesa fino alle doppie transizioni". Il tutto senza escludere "aprioristicamente nulla, compresa la possibilità di un nuovo debito comune. Priorità condivise che rispecchiano anche il lavoro portato avanti dal governo in Italia e nelle istituzioni europee". Il comunicato si chiude annunciando che i due presidenti "sono rimasti d'accordo di tenersi in contatto per continuare ad approfondire queste materie".

Un faccia a faccia che è arrivato proprio nel giorno in cui, nel proprio intervento all'assemblea 2024 di Confindustria, la leader di Fratelli d'Italia aveva fatto riferimento proprio al rapporto di Draghi sul tema. "Come correttamente ha sottolineato Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività europea, gli ambiziosi obiettivi ambientali dell'Europa devono essere accompagnati da investimenti e risorse adeguati da un piano coerente per raggiungere - aveva dichiarato questa mattina la Meloni - altrimenti è inevitabile che la transizione energetica e ambientale vada a scapito della competitività e della crescita. Anche questa è una cosa che mi sono permessa di far notare varie volte in pensieri europei - aveva aggiunto - e cioè che non ha molto senso dotarsi di alcune strategie e poi non creare gli strumenti per realizzare quelle strategie. Perché senza gli strumenti, banalmente, le cose alla fine non si riescono a fare".

L'incontro tra Meloni e Draghi segue di poco meno di una settimana un altro faccia a faccia che l'ex presidente del Consiglio aveva già avuto con la presidente di Fininvest, Marina Berlusconi, nella residenza di quest'ultima a Milano, in un periodo in cui c'è la piena convinzione che questo sia comunque il periodo più opportuno per riflettere sulle implicazioni delle politiche economiche e su come anche il settore privato possa giocare un proprio ruolo nella crescita e nello sviluppo. La allora contemporanea presenza di Gianni Letta suggeriva inoltre la rilevanza di questo colloquio, con una discussione che potrebbe avere coperto argomenti di ampia portata e importanza.

Tutti temi questi che, molto probabilmente, lo stesso ex governatore di Bankitalia, ha affrontato anche a Palazzo Chigi, insieme ad altre delicate questioni di attualità.

Del resto la visita di Draghi avviene in un momento sicuramente cruciale per il nostro Paese, dove saranno importanti le prossime imminenti decisioni politiche in vista della legge di bilancio che potranno significare influenzare significativamente l'andamento economico dell'Italia e (indirettamente) della stessa Unione Europea. Ed è forse proprio dal documento sulla competitività del nostro continente che potrebbe partire una significativa spinta propulsiva alla piena ripresa economica del nostro Paese dopo lunghi anni di crisi.

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