Giravolta grillina, gli "anti-casta" votano l'aumento degli stipendi della Camera

Con la delibera 45/2023, l'Ufficio di presidenza di Montecitorio ha stabilito un incremento della retribuzione di 1.269,34 euro netti per i capigruppo, con il voto a favore dei 5 Stelle e l'astensione della sinistra

Giravolta grillina, gli "anti-casta" votano l'aumento degli stipendi della Camera
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I presidenti dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati beneficeranno di un aumento di stipendio. L'Ufficio di presidenza di Montecitorio ha deciso con una delibera - la 45/2023 - di incrementare la retribuzione ai vari capigruppo, i quali riceveranno dalla Camera una indennità aggiuntiva pari a quella già erogata ai presidenti di commissione, del valore di 2.226,92 euro lordi al mese, ovvero 1.269,34 euro netti. L'indennità arriverà anche per i presidenti delle componenti del gruppo Misto, ma ridotta alla metà. Tuttavia l'elemento surreale dell'intera vicenda non è tanto l'aumento in sé, ma quanto il fatto che il Movimento 5 Stelle abbia votato a favore.

A leggerla così potrebbe sembrare una barzelletta, tanto la notizia è esilarante. E invece no: è tutto vero. Il partito nato quattordici anni fa, grazie anche alla lotta a tutto spiano e alla retorica contro la casta, contro i vitalizi, contro gli sprechi pubblici e - in generale - contro chi non sentiva ragione alcuna per dimezzarsi il proprio stipendio da deputato o senatore, ha dato il via libera a questa misura. Stando infatti a quanto viene riferito all'Adnkronos, da una parte ci sono state le astensioni di Partito Democratico, Verdi-Sinistra Italiana e Italia Viva, mentre per il Sì si sarebbero espressi i partiti di centrodestra e (per l'appunto) i grillini.

Le motivazioni per cui si è arrivata a questa decisione verranno espresse dai diretti interessati che hanno scelto di votare in questo modo. Qualcuno fa notare come le risorse necessarie per mettere in atto questo aumento di stipendio verranno prelevate direttamente dal contributo concesso ai gruppi parlamentari e quindi l'operazione sarebbe ad invarianza di spesa rispetto al bilancio complessivo di Montecitorio. In sintesi, quindi, non ci saranno spese aggiuntive.

Ma, al di là del merito di questa delibera - il cui voto è fondato su delle basi giuridiche ragionevoli - resta comunque una domanda a cui rispondere: come mai i Cinque Stelle, che si professano da un decennio e mezzo come i paladini "assoluti" di una sobrietà da duri e puri, si sono dichiarati a favore? Mistero. Per ora, un solo elemento sembra certo: le giravolte pentastellate non si contano ormai più e sono sempre più imbarazzanti.

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