Non è più tollerabile che se esistono sedi dove gli uffici Gip-Gup sbrigano le pratiche in 88 giorni ve ne siano altre dove si arriva a 422 giorni. Alcuni uffici, invece, hanno una brona produttività, a livello europeo se non addirittura meglio, ma ce ne sono altri da terzo mondo. Per questo e per altre ragioni la riforma della giustizia è necessaria. Il Paese non ne può fare a meno. Ne è convinto Luciano Violante, ex presidente della Camera ed esperto della materia. In un'intervista al Corriere della Sera VIolante ammette che ci sono stati venti anni di immobilismo su questo terreno: "C'è stato un blocco ideologico, anche alimentato da una pressione elitario-borghese esterna al parlamento, che ha teorizzato: con Berlusconi non si fa nulla".
E per questo, in nome dell'antiberlusconismo militante, tutto è stato bloccato. Violante non risparmia critiche al centrodestra ("non ha mirato a migliorare la giustizia ma a risolvere specifiche questioni giudiziarie") ma riconosce che la prima cosa da fare è la porre mano ai meccanismi che regolano la magistratura. Sentite come spiega la questione: "C'è un punto chiave in tutto questo ragionamento: la disciplina dei magistrati. Mi riferisco a tutti: ordinari, amministrativi e della Corte dei Conti. A dire il vero la magistratura ordinaria ha mostrato una certa trasparenza nella gestione dei 'processi' disciplinari, anche se con risultati a volte discutibili. La responsabilità dei magistrati contabili e amministrativi rimane un mistero. Per questo un’Alta corte per tutte le magistrature sarebbe il punto essenziale per decorporativizzare la decisione disciplinare".
Non è la prima volta che lo fa ma colpisce sempre. Violante sferza la sinistra, di cui fa parte, e la invita a non cercare più scuse, affrontando una volta per tutte la riforma della giustizia, senza dare più la colpa di ogni cosa a Berlusconi.
Quanto all'obbligatorietà dell'azione penale, che qualcuno vorrebbe abolire, richiamandosi alla tradizione giuridica americana, Violante frena: "E' ancora inevitabile... Il magistrato deve agire solo se ha ricevuto, in qualunque forma, una notizia di reato. Altrimenti è un abuso contrario ai principi dello stato di diritto".
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