“Prima ci hanno provato col fascismo, poi hanno detto che l’Italia era isolata a livello internazionale, ma non ha funzionato e ora cercano di spaventare i mercati”. Così il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, autore del libro La versione di Giorgia, intervenendo alla due giorni organizzata dalla fondazione Nazione Futura, ha raccontato tutti i falliti tentativi della sinistra di far cadere il governo Meloni.
“Quello dei mercati è un precedente che ha funzionato ed è l’unica cosa che fa paura alla Meloni”, spiega Sallusti, convinto che il pericolo di un innalzamento improvviso dello spread vada disinnescato all’origine provando a raccontare la verità agli italiani perché, “leggendo la mazzetta dei giornali, soprattutto Repubblica e La Stampa, sembra che vada giù tutto ma non è così”. Il problema principale è la debolezza della sinistra che “ha governato molto ma non hai mai vinto un’elezione” e il suo ruolo d’opposizione è stato svolto dai magistrati e i mezzi d’informazione.
“Palamara lo ha ben raccontato nel suo libro. E ora questo modello – osserva Sallusti - si sta riproponendo” a pochi mesi dalle elezioni europee. Un appuntamento cruciale per Fratelli d’Italia e per il centrodestra. “Ora l’Ue è l’unico feudo rosso rimasto. È quello 'l’aiutino da casa' in cui spera la sinistra italiana perché in Europa vogliono impedire che vinca il modello Meloni, ossia che i moderati, i liberali e i conservatori si uniscano”, dice Fabrizio Tatarella, vicepresidente della Fondazione dedicata all’ex ministro Pinuccio Tatarella.
“Le prossime elezioni europee saranno le più sentite di sempre, sarà la madre di tutte le battaglie. Noi proporremo un modello confederale”, gli fa eco Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo Ecr a Bruxelles. Un appuntamento elettorale che la Meloni si gioca da favorita purché, spiega Sallusti, non commetta gli stessi errori di Matteo Renzi e di Matteo Salvini. “Credo che FdI non sia al 30% e che, in questo giro, la Meloni si è portata dietro elettori non di FdI e, perciò, senza rinunciare alla sua identità, deve ricordarsi che quelli elettori prima votavano Salvini e Renzi”, commenta Sallusti. Che aggiunge: “Questo è il partito conservatore”. Se, infatti, Silvio Berlusconi, in quanto tale, non ha e non può avere successori, la Meloni “è l’unica in grado di costruire un’offerta politica che prima non c’era, ossia il partito conservatore”.
Un intendimento confermato anche dall’eurodeputato Procaccini: "Nella sua ansia da prestazione, la Meloni ha l’idea di lasciare qualcosa che sopravviva a lei, ossia il partito conservatore che è nato dapprima in Europa grazie al mio predecessore, Raffaele Fitto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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