Fiduca a tempo per Giuseppe Conte. Il disastroso risultato delle elezioni europee necessitava una rivoluzione netta all'interno del Movimento 5 Stelle, ma l'incontro odierno tra l'ex presidente del Consiglio e Beppe Grillo sulla terrazza dell'hotel Forum di Roma ha sostanzialmente comportato un rinvio di qualsiasi tipo di decisioni inappellabili. Lo stesso capo politico del M5s aveva annunciato a caldo ai suoi che sarebbe "pronto a farsi da parte" ma, allo stesso tempo, aveva avviato delle indagini interne per capire il motivo del flop elettorale del partito e soprattutto se potere cambiare le regole di riferimento, a partire dal terzo mandato e dalla scelta delle candidature.
Cinque giorni dopo la chiusura delle urne, la tensione dentro il Movimento si taglia a fette a causa della performance elettorale decisamente sotto le aspettative: 9,99% quale beffarda percentuale da svendita di un esercizio commerciale. Un risultato che ha scatenato polemiche interne e da parte di attuali rappresentanti ed ex iscritti. Il figlio di Gianroberto Casaleggio, Davide, ha attaccato la leadership di Conte all'indomani dalla fine degli scrutini: "Dovrebbe dimettersi". Anche l'ex capo politico Luigi Di Maio, in un'intervista, ha commentato il risultato dei grillini, attaccando l'ex premier: "Ha snaturato il Movimento, oggi è un partito chiuso e verticistico". Lo stesso Grillo, come rivelato dal Foglio, non sarebbe andato a votare per la forza politica di cui fa da garante.
Il comico genovese inizialmente avrebbe espresso parere favorevole alla sostituzione dell'attuale leader grillino con una donna: Chiara Appendino il nome in pole position, in attesa però della sentenza della Corte di Cassazione sulla sua condanna in Appello ad un anno e sei mesi per omicidio, lesioni e disastro colposi. Tuttavia, dopo il pranzo durato un'ora e mezza, non c'è stato alcun annuncio ufficiale che vedeva la detronizzazione di Giuseppi. Così come, allo stesso tempo, non sono state confermate modifiche importanti al regolamento interno: il totem dei due mandati rimane (al momento) assolutamente in piedi. E questo diktat imposto e confermato dal fondatore certamente ostacolerà il margine di manovra di un Conte ora pressoché azzoppato.
Davanti ai cronisti posizionati fuori dall'albergo romamo, quest'ultimo si è limitato a rispondere "Non fatevi troppi film" a chi gli domandava se gli esponenti pentastellati potranno essere eletti per tre legislature e oltre. Sintomo evidente che anche lui si è dovuto arrendere davanti all'aut aut giunto dalla collina di Sant'Ilario: o rimangono i princìpi originari oppure Conte può dire pure addio alla guida del partito.
Risultato: l'avvocato di Volturara Appula non abbandona (ancora) la poltrona di capo politico, ma quello che è certo è da adesso le scelte dei 5 Stelle saranno giocoforza più collegiali. In attesa del prossimo fallimento di consenso dietro l'angolo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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