Guerra in procura di Milano. Robledo scrive al Csm: "Bruti Liberati dice il falso"

Dopo le accuse del procuratore, Robledo contrattacca

Guerra in procura di Milano. Robledo scrive al Csm: "Bruti Liberati dice il falso"

Una faida interna infinita. La procura di Milano è diventato teatro di guerra tra toghe. Si fa sempre più duro lo scontro tra il capo dell’ufficio Edmondo Bruti Liberati e il suo aggiunto Alfredo Robledo. Ieri il procuratore, che si è visto accusare da uno dei suoi otto "vice" di irregolarità nell’assegnazione di fascicoli delicati, compreso quello che ha portato alla luce la nuova Tangentopoli, ha tuonato contro Robledo dicendo che le sue iniziative "hanno determinato un reiterato intralcio alle indagini" sull’Expo.

Robledo "ha avuto la piena disponibilità di tutto il fascicolo e costante informazione sullo sviluppo delle indagini, e questo è avvenuto sin dalla primavera del 2012", da quando cioè le indagini nate nell’ambito di un procedimento della Dda di Ilda Boccassini sono state coassegnate anche al Dipartimento sui reati contro la pubblica amministrazione di cui l’aggiunto è responsabile, ha spiegato ieri Liberati. Ma oggi Robledo contrattacca, scrive al Csm e dice che Bruti Liberati "dice il falso". Nella missiva, il magistrato dà la sua versione di quanto accaduto nell’inchiesta su Expo e afferma che il "doppio pedinamento" di cui ieri ha parlato il procuratore capo non sarebbe mai avvenuto e, a sostegno di quanto afferma, avrebbe fornito una prova documentale al Csm.

"Di tutto ha bisogno il sistema giudiziario tranne che di delegittimazione".

Così il vicepresidente del Csm Michele Vietti auspica che le commissioni competenti "concludano rapidissimamente" la loro istruttoria sullo scontro alla procura di Milano, in modo che si possa arrivare presto in plenum a una "conclusione definitiva".

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