"Ha un suo sistema di potere". Conte frena sull'alleanza col Pd

Il gelo del presidente del M5S sui rapporti con il Partito democratico: "Servono cautela e prudenza. Solo pochi mesi fa volevano sbatterci fuori dal Parlamento"

"Ha un suo sistema di potere". Conte frena sull'alleanza col Pd

Tra i partiti dell'opposizione il caos è una componente che dall'inizio della legislatura ha sempre ricoperto un ruolo primario. Le formazioni politiche al di fuori della maggioranza non riescono a trovare vere convergenze e la scarsa compattezza è una conseguenza logica. Il Movimento 5 Stelle si era affrettato a esultare dopo la vittoria di Elly Schlein alle primarie provando ad apparecchiare l'alleanza con il Partito democratico, ma dai vertici arriva una brusca frenata: bisogna andarci piano.

Conte gela il Pd

A invitare alla calma è stato Giuseppe Conte, che per il momento ha respinto l'idea di un conclave rendendo praticamente nulla la possibilità di intavolare un'intesa con il Pd a stretto giro o di chiudersi in una stanza con il nuovo segretario dem per trovare una quadra comune. Il leader del M5S, nel colloquio pubblicato da La Repubblica, ha ricordato le vicende che la scorsa estate avevano sancito la rottura con il Partito democratico in vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022.

"Andiamoci piano. Solo pochi mesi fa volevano sbatterci fuori dal Parlamento e dal sistema politico", è il monito arrivato. In effetti la crisi del governo Draghi aveva innescato il divorzio tra Conte ed Enrico Letta, facendo saltare ogni ipotesi di accordo per presentarsi uniti di fronte agli elettori. Ma sullo sfondo c'è anche un altro tema e riguarda la natura politica del Pd: "Abbiamo toccato con mano, tante volte, quali siano i metodi e la logica di un partito, il Pd, che ha un suo sistema di potere".

I grillini si sono sempre mostrati favorevoli a un lavoro unitario in Parlamento, ma i giallorossi si sono già bruciati per il termovalorizzatore: l'asse tra 5 Stelle e ambientalisti verdi è finito isolato in Aula, provocando irritazione e delusione nella galassia gialla. La mossa di Elly Schlein è servita forse per contenere l'ala moderata in forte sofferenza, ma dall'altro lato il M5S ha preso atto della posizione dei dem su un tema ritenuto di grande importanza.

Il M5S è sempre più lontano da Schlein

Non c'è solo la linea sul termovalorizzatore alla base del malcontento grillino: pure la questione dell'invio di armi all'Ucraina ha già creato disappunto, visto che dal Partito democratico ci si aspettava una posizione contraria. Come fatto notare dal Corriere della Sera, a rendere plastica l'immagine della spaccatura è proprio la postura sulla guerra in corso tra Ucraina e Russia in quanto Conte intende firmare il referendum abrogativo delle leggi che permettono l'invio di armi a Kiev.

C'è anche il fronte delle elezioni amministrative che si terranno a maggio: dem e grillini non in tutte le città correranno per lo stesso candidato, motivo per cui sarà difficile assistere a comizi insieme. Per le Regionali in Molise il programma è "a buon punto", ma non c'è ancora un'intesa sul profilo comune da sostenere a giugno.

Dall'ex presidente del Consiglio è arrivato un avvertimento: si può lavorare a un'alleanza su diversi piani, ma è necessario che il Pd si adoperi affinché le scorrettezze e gli inciampi del passato siano messi da parte definitivamente.

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